Il senatore del M5S sul declassamento dei reati perseguibili solo a querela
"Se per i reati perseguibili d'ufficio come le estorsioni è elevatissimo il numero delle vittime che, per timore di ritorsioni, non sporgono denuncia, è facile prevedere che, a maggior ragione, nella stragrande maggioranza dei casi non saranno presentate querele dalle vittime di reati commessi da mafiosi, divenuti oggi perseguibili a querela, con l'effetto di rafforzare il potere di intimidazione delle mafie". Così l'ex procuratore generale di Palermo e oggi senatore M5S Roberto Scarpinato in un'intervista a 'il Fatto Quotidiano' riferendosi alla riforma Cartabia, che ha ampliato il numero dei reati non più procedibili d’ufficio.
Il declassamento a reati perseguibili solo a querela è arrivato a comprendere anche il sequestro di persona con aggravante mafiosa. È notizia di giovedì che i pm di Palermo si sono visti costretti a richiedere il ritiro della misura cautelare per tre boss mafiosi, accusati di sequestro di persona e lesioni con l’aggravante del metodo mafioso, dato che le vittime non hanno querelato i loro aggressori.
Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, e la presidente della Commissione Giustizia del Senato, Giulia Bongiorno, hanno già annunciato di voler cambiare questa norma.
A tale proposito Scarpinato a detto che "basta approvare in tempi rapidissimi il disegno di legge del M5S, a mia prima firma: nei casi in cui ricorrano le circostanze aggravanti della finalità terroristica e del metodo mafioso, il delitto è sempre procedibile d'ufficio. Se non si cambia la norma si rischia di veicolare il messaggio culturale che il contrasto alla mafia non è più un compito prioritario dello Stato, che interviene a tutela dell'intera collettività a prescindere dagli interessi e dalla volontà delle singole vittime, ma è una questione privata" ha detto Scarpinato. "Se i mafiosi violano il tuo domicilio, ti sequestrano e ti picchiano, il problema è solo tuo - si legge sul 'Fatto' - Non ha una rilevanza sociale tale da attivare autonomamente lo Stato, devi sporgere querela, cioè fare una richiesta di prestazione statale, come per una visita specialistica alla Asl". "Siamo in una fase di restaurazione che si declina su tanti piani, compresa una strisciante normalizzazione della mafia. Vorrei ricordare che la prima versione della cosiddetta riforma Cartabia prevedeva l'estinzione per sopravvenuta improcedibilità di tutti i processi di mafia non definiti in appello entro due anni: lo stesso trattamento riservato ai processi per i reati ordinari, compresi quelli bagatellari”.
“Solo a seguito della mobilitazione del mondo antimafia e della componente parlamentare M5S la norma è stata modificata, prevedendo una deroga per i processi di mafia", ha detto Scarpinato.
"La neo riforma dell'ergastolo ostativo ha normalizzato la cultura dell'omertà, stabilendo che si può ritenere 'rieducato', quindi meritevole dei benefici penitenziari, anche il mafioso che si rifiuta di collaborare perché non vuole essere considerato un 'infame'. La stessa legge ha disincentivato la collaborazione con la giustizia prevedendo condizioni di sfavore, come l'obbligo di dichiarare tutto il patrimonio occulto, non imposto, invece, ai non collaboranti".
Oltre a questo l'attuale classe dirigente ha "pure deciso di ridurre i poteri di intercettazione per i reati dei colletti bianchi. È stata annunciata una riforma per 'lobotomizzare' i reati di abuso di ufficio e di traffico di influenze illecite, che costituiscono la cassetta degli attrezzi della corruzione. Tappe iniziali per avvicinarsi alla meta finale della sottoposizione dei pubblici ministeri al controllo governativo tramite l’abolizione della obbligatorietà dell’azione penale e della separazione delle carriere".
Il Senatore ha ricordato anche che "il ministro Nordio ha annunciato tagli alle intercettazioni dichiarando che 'ormai si parla di mafia anche quando due buttano dei rifiuti nel cassonetto e si parla di mafia ecologica'. Il 41-bis è da tempo nel mirino ed è prevedibile un suo forte ridimensionamento. Condannati per reati di mafia sono di nuovo protagonisti della vita politica".
Fonte: ilfattoquotidiano.it
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