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A Rolling Stones l’ex Pink Floyd rivela il timore di essere ucciso per le sue opinioni

Sono in una lista di persone da eliminare approvata dal governo ucraino. Sono su quella cazzo di lista e hanno ucciso della gente di recente… Quando ti ammazzano, scrivono ‘liquidato’ sulla tua foto. Una di quella cazzo di foto è la mia”. Sono le dichiarazioni lapidarie di Roger Waters - storico cantante e musicista nonché co-fondatore dei Pink Floyd - pubblicate questa mattina su Rolling Stones con un’intervista a cura di James Ball, il direttore responsabile del Bureau of Investigative Journalism. Una lunga chiacchierata in cui Ball ha cercato di capire, e anche convertire, le opinioni del cantante su alcuni temi scottanti come la guerra in Ucraina.
Le idee politiche del co-fondatore dei Pink Floyd sono note da tempo e la determinazione con cui difende alcune battaglie a lui care ne definiscono la cornice. Waters è decisamente attivo sul fronte politico. È un aperto sostenitore della liberazione della Palestina, del lavoro condotto da WikiLeaks e il suo fondatore Julian Assange, sostenitore del movimento Black Lives Matter e critico nei confronti dei demagoghi di destra, tra cui il brasiliano Jair Bolsonaro, l’ungherese Viktor Orbán e l’ex presidente americano Donald Trump. È un artista, un uomo senza mezzi termini in grado di aprire il suo nuovo tour “This Is Not A Drill” con la sua imitazione di uno speaker britannico che si rivolge al pubblico con un tono di voce affettato: “Se sei uno di quelli che pensano ‘Mi piacciono i Pink Floyd, ma non sopporto le idee politiche di Roger’, puoi andartene subito a fare in culo al bar. Grazie e godetevi lo show”. “Quando leggo in giro critiche contro di me, magari in un blog o altro, vado sempre a controllare da dove arriva quella roba. È stupefacente che, alla fine della ricerca, spesso tutto riconduca a qualcosa.ukraine.org”, ha aggiunto il frontman. Effettivamente esiste una lista stilata da un’organizzazione ucraina di estrema destra che contiene i nomi di centinaia di migliaia di nemici dell’Ucraina, dai presunti membri del battaglione privato Wagner a giornalisti accusati di cooperare coi governi fantoccio del Donbass, come tra l’altro sostiene anche James Ball, che di giornalismo investigativo se ne intende avendo fatto parte del team che ha vinto il Premio Pulitzer per i reportage sui leak di Edward Snowden e i Panama Papers. “Il sito - sottolinea Ball -, che ha ricevuto una condanna unanime a livello internazionale (ma non è stato oscurato dal governo ucraino), dice che non si tratta di una lista di obiettivi da eliminare, ma di una fonte di ‘informazione per forze dell’ordine e servizi segreti’”. Il portale dunque esiste, ma il suo vero scopo resta dubbioso. E questo alimenta i sospetti del cantante che teme di essere assassinato a causa delle sue idee e opinioni. Da questo argomento, Ball prende l’assist per chiedere al co-fondatore dei Pink Floyd un’opinione sulla guerra in corso tra Russia e Ucraina. “È una guerra inutile - ha risposto -. Tutte quelle persone non dovrebbero morire. La Russia non avrebbe dovuto essere spinta a invadere l’Ucraina, dopo che per vent’anni ha provato a evitarlo cercando una soluzione diplomatica coi governi occidentali”. Il riferimento è all’evidente espansione della Nato nell’Est Europa. Per Waters, inoltre, l’opinione della gente sul conflitto in corso in Ucraina è inquinata da un’informazione viziata, tendenziosa e unilaterale. La gente è vittima di un racconto manipolato e non riesce a trarre le proprie conclusioni in modo indipendente dai media “totalmente controllati” e “monopolizzati dai poteri forti e dai governi…”. Un mainstream che diffonde l’idea, ha detto il cantante, che Russia e Cina siano cattive mentre l’Occidente sia buono. “Ovviamente noi (e quando dico noi parlo di tutti i cittadini che pagano le tasse negli Stati Uniti) non lo siamo - ha concluso -. Siamo i più cattivi di tutti, almeno dieci volte di più. Ammazziamo. Interferiamo nelle elezioni di altri Paesi. Siamo noi, come impero americano, a fare tutte queste porcherie”. L’intervista di James Ball a Roger Waters si conclude con un po’ di delusione per il giornalista per non essere riuscito a convertire le opinioni dell’artista, il quale continuerà ad additare i potenti e gridare “Fuck the Pigs” con le sue canzoni.

Rielaborazione grafica by Paolo Bassani

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