A 3 giorni dalle elezioni, l'ex Pink Floyd accusa l'attuale presidente di estrema destra
A pochi giorni dal trionfo del neofascismo in Italia, il Brasile si avvicina pericolosamente a continuare con l’ideologia neofascista improntata da Bolsonaro. Secondo l'ultimo sondaggio dell'Istituto Datafolha del Brasile pubblicata giovedì scorso, l’ex presidente candidato socialista Lula dà Silva ha un 47% di sostegno elettorale, di fronte al 33% di Bolsonaro. Un buon vantaggio, certamente, ma il sostegno elettorale di “Presidente nero” non è irrilevante e il pericolo di un governo Bolsonaro Bis è dietro l’angolo. Un rischio che il Brasile non può permettersi, come ha lasciato intendere Roger Waters, stella della musica rock britannica ed ex frontman dei Pink Floyd.
“Se volete fare le cose bene non votate Bolsonaro. Non abbiate la pazza idea di appoggiare questo idiota. È proprio evidente che è terribile”, ha detto il musicista in un'intervista al quotidiano brasiliano Folha di San Pablo. Su questa linea, Waters ha ricordato la sua visita in Brasile nel 2018, nel periodo in prossimità delle elezioni che poi avrebbero proclamato vincitore Jair Bolsonaro.
“Mi avvertirono che se avessi detto qualcosa di politico nel mio show dopo le dieci di sera, mi avrebbero portato in prigione”, ha rammentato il cantante ricordando la minaccia subita ore prima del suo show prima delle elezioni.
Durante la sua tournée di quell'anno, l’ex frontman dei Pink FLoyd venne largamente applaudito ma anche fischiato quando espresse la sua opinione rispetto al candidato Bolsonaro. Il suo messaggio era chiaro: Bolsonaro è neofascista. Ma fedele alle sue convinzioni, alle 21:58 dello show gli schermi giganti dello stadio Couto Pereira mostrarono la sua denuncia: “Sono le 9:58. ci hanno detto che non possiamo parlare delle elezioni dopo le dieci. È legge, abbiamo 30 secondi. Questa è la nostra ultima opportunità di resistere al fascismo prima della domenica. Lui no!”.
In difesa della democrazia in Brasile
Oltre 4.000 personalità tra cui Roger, il filosofo Noam Chomsky, l'attore Danny Glover ed il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, si sono uniti in un manifesto per rivendicare la creazione di un forte movimento di solidarietà internazionale in difesa della democrazia in Brasile.
“Dobbiamo unirci in solidarietà con tutti in Brasile, poiché speriamo che la maggioranza della gente creda nella democrazia, lo stato di diritto ed i diritti umani. Vogliamo esprimere il nostro assoluto sdegno verso i neofascisti come Bolsonaro”, ha detto Roger Waters a favore del voto per Lula dà Silva (PT).
La guerra in Ucraina e la monarchia assolutista
Waters è sempre critico verso i conflitti attuali nel mondo e nell’intervista si è espresso anche sull’attuale guerra in Ucraina: “Non vivo più in Europa, vivo negli Stati Uniti, ma osservo quello che sta succedendo e vedo come l'estrema destra sta operando, basandosi su un nazionalismo puro. Così loro dividono e conquistano”, ha commentato. Queste critiche gli sono valsi la cancellazione di due show in Polonia, appunto per la sua posizione rispetto la guerra in Ucraina.
La first lady ucraina, Olena Zelenska, ha affermato che la crisi diminuirebbe se il paese avesse più appoggio. Roger ha criticato queste parole, poiché per “appoggio” si intende che l’occidente continui a fornire armi al governo di Kiev. “Alimentare gli scontri con le armi, non ha mai funzionato a far finire una guerra nel passato e non funzionerà ora”, ha affermato.
È noto che il musicista è di posizione abolizionista, quindi si oppone fermamente all'esistenza di una monarchia nel Regno Unito. E su questa linea ha considerato terribile la funzione funebre della Regina Elisabetta II. Sebbene dice di non avere niente contro la defunta regina, non considera rispettabile il fatto che la monarchia possieda la maggior parte delle terre del mondo.
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