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di Jamil El Sadi
Il film "Us+Them" al festival del cinema contro Trump, Netanyahu, Salvini e l'élite oligarchica che governa il pianeta sul sangue degli innocenti

E’ sulle note di “Another Brick In The Wall” che Roger Waters, storico cantante e cofondatore dei Pink Floyd, sabato 6 settembre è stato accolto alla 76esima edizione del festival del cinema di Venezia. Appena arrivato sulla passerella, accompagnato in sottofondo dalle più grandi hit del suo leggendario gruppo, la sua presenza nel Lido veneziano non è passata inosservata.
Alzando un pugno al cielo in segno di resistenza ha salutato il pubblico presente. Sulle spalle la sua immancabile kefiah palestinese, simbolo della sua lotta per la difesa dei diritti umani.
Prima ancora del suo arrivo al red carpet e della proiezione del suo film "Us+Them" codiretto con l’americano Sean Evens (fuori concorso), intitolato come l’omonimo e straordinario tour, si è fatto sentire durante la conferenza stampa dicendo: “In Europa dilaga il neofascismo, noi abbiamo Boris Johnson che non è certo meglio ed è peggio di Churchill in quanto ignorante. Non sono un esperto di politica italiana ma grazie a Dio Matteo Salvini se n’è andato”. E ancora: “Questa gente soffoca i popoli alla gola solo per preservare il proprio potere, e se non agiamo subito e collettivamente per resistere al sovranismo non ci sarà più nulla da lasciare ai nostri figli". Una visione del mondo che il cantante ha fedelmente rappresentato con la sua pellicola proiettata presso la Sala Darsena, mostrando un suo concerto, con contenuti che superano la musica e, come ha sostenuto l'artista, "vanno divulgati il più possibile”. Ma è il film che trasporta lo spettatore all'interno della sua denuncia contro un pianeta dove "tutti gli animali sono uguali, ma certi animali sono più uguali degli altri: come i “Pigs” (maiali, ndr). "Us+Them", prossimamente nelle sale come evento speciale dal 7 al 9 ottobre, unisce la musica alla protesta contro l'élite oligarchica che governa il pianeta sul sangue degli innocenti, degli indifesi e dei bambini. Lo fa all'insegna degli slogan "Fuck the Pigs" e “Stay Human” come si è letto e visto nel film durante la proiezione. Questione palestinese, aiuti umanitari, difesa degli immigrati, denuncia all'uso e ai traffici di droga, alle guerre, alle violenze di ogni genere. Tutto racchiuso in uno spettacolo di poco più di due ore, accompagnato da applausi e una standing ovation. Conclusa la proiezione l'autore del film ha concesso un'intervista a Liv Tørres, direttrice del Nobel Peace Center di Oslo. Quaranta minuti in cui l’artista è tornato ad esprimere le proprie considerazioni riguardo la politica e i fatti internazionali, partendo proprio dalla questione palestinese a lui molto a cuore.


L'arrivo e la conferenza stampa © ACFB

Israele: Governo contro la dichiarazione universale dei diritti umani
"Ho questa devozione per i diritti umani dei palestinesi perché sono coinvolto nella loro causa da ormai 13 anni e non parlarne mi sarebbe sembrato un tradimento verso l'amore che ho di questo popolo. Il mio desiderio è quello che i miei fratelli e le mie sorelle palestinesi possano avere uguali diritti umani e civili davanti alla legge, cosa che tutt'ora non hanno”. “Se noi crediamo nella dichiarazione di Parigi del 1948, quando è stato dichiarato che tutti gli esseri umani hanno diritto di essere trattati allo stesso modo - ha continuato il cantante - allora dobbiamo sostenere questa causa, e non mi riferisco solo a loro ma anche ai siriani e tanti altri”. Liv Tørres ha poi posto l'attenzione su coloro che lo accusano esageratamente di antisemitismo, solo per la sua difesa ai diritti del popolo palestinese. "Penso che la gente mi creda antisemita - ha risposto Roger Waters - perché non hanno ancora risposto ad una domanda che io feci al governo israeliano: 'Perché voi (governo israeliano, ndr) non credete nella dichiarazione universale dei diritti umani di Parigi?' Perché se ci credesse davvero allora tutte le persone che vivono nello stato di Israele e in Palestina godrebbero di diritti umani uguali per tutti". “Si tratta di bianco o nero, non esistono zone grigie. Credo che sia nostro dovere imparare a trattarci tutti con amore e con rispetto".

Siria: difficile trovare la verità
La direttrice del Nobel Peace Center di Oslo ha proseguito il confronto paragonando la questione siriana a quella palestinese in un confronto. Secondo il cantante, quella non era "né la sede né il momento giusto per discutere della questione siriana”, ma ha comunque voluto ribadire un concetto: "E' successo moltissimo in Siria ed è molto difficile ai giorni nostri riuscire a trovare la verità nei fatti a causa della versione della verità che i media ci propongono. - ha continuato l'ex membro dei Pink Floyd - Preferisco non entrare nell'argomento perché non è un argomento facile. Lo esaminerò più avanti in riunioni a New York con delle persone che sono coinvolte nelle ricerche riguardanti gli attacchi chimici". "La verità è una questione molto scivolosa e qui non credo possa essere affrontato questo tema, soprattutto davanti una platea venuta qui per godersi il film. Di sicuro però non potete credere a tutto ciò che leggete nei giornali".

Dialogare non significa parlare "politichese"
"Il film e la tua musica parlano di politica ma anche di resistenza, mobilitazioni contro il potere e l'élite che sfrutta le persone e sopprime i diritti umani. Come equilibri la resistenza, la mobilitazione e le marcie e allo stesso tempo volere un dialogo?", ha chiesto la Tørres. "Io sono favorevole a trovare il dialogo e a raggiungere più persone possibili. Ma non ho alcun interesse a sedermi alla Casa Bianca con Bush o Trump. Io non voglio visitare né parlare con persone che opprimono me e i miei fratelli e le mie sorelle. - ha risposto in maniera decisa il coregista del film "Us+Them" - Io parlo con i miei fratelli. Se questo significa incoraggiare rivolte popolari contro il potere che opprime, allora sì, sono completamente d’accordo. Non voglio assolutamente parlare con Trump, con Boris Jhonson, con questi fascisti che stanno promuovendo un sistema politico con il quale non sono assolutamente d’accordo”.

I "Pigs" comandano la classe dirigente
La conduttrice dell'intervista ha poi rivolto l'attenzione verso un tema attuale come pochi: l'immigrazione e la questione dei rifugiati. Una tematica molto nota in Italia ed oggetto di innumerevoli dibattiti e manifestazioni. "Penso sia una situazione problematica e dobbiamo avere un nuovo modo di pensare e di sentire. Ci è stato detto dalla classe dominante che le persone che vivono in nazioni poste l'una contro l'altra debbano morire in un conflitto o annegate in mare e che ci dovrebbero essere regole e barriere. Non è affatto giusto. - ha risposto duramente Roger Waters - Noi dobbiamo spiegare loro che questa non è la vita che vogliamo noi". "Noi vogliamo vivere insieme proteggendoci e proteggendo anche il pianeta perché lo stanno distruggendo e rischia di diventare un deserto morto riempito semplicemente di plastica e di IPhone. Io vorrei vedere i miei figli pescare in un mare cristallino, spero prima di morire. - ha continuato il cantante - Questa è la mia visione del futuro. Dobbiamo rifiutare questa oligarchia che ci sta uccidendo. Dobbiamo imporci e dire di no. Abbiamo i mezzi per farlo, per rifiutare questa guerra che i media ci stanno vendendo”. Il cofondatore dei Pink Floyd ha poi colto l'occasione per parlare dei mass media e delle false verità che vengono propinate e vendute dagli stessi: "Basti pensare a ciò che sta accadendo in Venezuela e ciò che viene riportato. Si parla di tumulti da parte della popolazione quando in realtà la situazione è molto diversa". A conclusione del suo discorso l'ospite della serata ha poi voluto ringraziare l'Italia e in particolare "tutte quelle persone che ogni giorno salvano le persone in mare" definendole "dei veri eroi". Come ha tenuto ad evidenziare il 76enne: "L'Italia come l'Inghilterra sono nazioni circondate dal mare. Lo capiamo e lo conosciamo molto bene e vogliamo salvare fino all'ultimo dei nostri fratelli in mare”.

Il potere della musica
A conclusione dell'intervista Liv Tørres ha posto l'attenzione sulla capacità che ha la musica di Roger Waters di influenzare le persone a seguito della notizia che in una comunità rurale norvegese "un centinaio di persone si incontrano per parlare della tua musica e dei tuoi testi". Secondo lo stesso cantante, però, "non ha nulla a che vedere con la musica". Sono le persone che "capiscono quanto a me interessino le altre persone attraverso la mia musica. Proprio oggi mentre facevo alcune interviste al Lido pensavo a quanto sia toccante la 4° sinfonia di Mahler. Anche in questo caso - ha continuato il frontman - è una musica di grandissimo impatto sulle persone senza che ci siano parole, quindi forse anche la musica senza parole ha questo potere. Tuttavia forse non spetta a me dirlo. Credo che sia assolutamente una combinazione dei due elementi".

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