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Non esiste più la libertà di parola in Europa. "Non esiste più la democrazia e soprattutto in Germania, è una triste situazione: la Germania, la cui influenza economica è apparentemente in declino, sta alimentando un autoritarismo crescente".
Così sul 'Fatto Quotidiano' Yanis Varoufakis - l'economista greco, già ministro nel governo Tsipras, da cui poi si è separato fondando Diem25 dopo la scissione di Syriza - commentando l'interruzione del Congresso per la Palestina di Berlino da parte della polizia tedesca: “Dovevo collegarmi in video-conferenza da Atene. La polizia è intervenuta con duemila e cinquecento agenti. Hanno interrotto bruscamente e sequestrato i microfoni. Addirittura i nostri compagni ebrei presenti sono stati arrestati. È stata poi indetta una manifestazione e la polizia ha bloccato la trasmissione della mia voce dagli altoparlanti, citando un ordine che vieta le mie attività politiche in Germania”.
La classe politica tedesca, ha detto l'economista, "sta rendendo un grave disservizio alla reputazione della Germania. La maggioranza dei tedeschi non è razzista. Non vogliono essere complici di un altro genocidio. Se scorrerà molto sangue palestinese non purificherà la Germania dalla colpa per l’Olocausto".
Varoufakis è tornato a ribadire con forza che a Gaza "è in corso un genocidio. Lo sostiene la relatrice speciale sulla Palestina per l’Onu Francesca Albanese e tutti gli esperti di diritto internazionale. La Germania dovrebbe proteggere la vita degli ebrei, questa è una delle sue ragioni di Stato. Invece protegge solo il governo israeliano che sta commettendo crimini di guerra". Crimini sostenuti e accettati dalla comunità internazionale e soprattutto dall'Occidente, il quale, ha detto, "è diventato un vassallo d’Israele. Il resto del mondo è sconvolto dai doppi standard e non solo a Gaza. Per esempio l’Ecuador invade l’ambasciata messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresidente, Jorge Glas: non una parola arriva da Berlino, dall’Italia, dalla Francia, dagli Usa. Non una parola quando Israele bombarda l’ambasciata iraniana a Damasco, territorio sovrano siriano".
Certo, ci sono coloro che protestano contro la guerra, ma sono una minoranza poiché la "maggioranza degli europei è messa all’angolo e sfruttata da due decenni, soprattutto dopo la crisi finanziaria del 2008. L’Ue è stata trasformata in un’Unione di guerra. La Commissione europea sostiene che la crescita e il progresso tecnologico che non abbiamo avuto negli ultimi trenta anni lo avremo investendo in armi. Diciamo che lo facciamo, che emettiamo Eurobond per produrre razzi e munizioni. Cosa succede quando i magazzini sono pieni? Allora dovremo fare una piccola o grande guerra per smaltire le scorte e continuare a produrre".
L'economista greco ha detto al 'Fatto' anche delle considerazioni in merito alla guerra in Ucraina: "abbiamo bisogno di un cessate il fuoco immediato e, quindi, di un processo di pace guidato dalle Nazioni Unite. Questa guerra senza fine non avrà vincitori, solo perdenti. Il presidente Zelensky condonando le atrocità di Israele, sostenendo la distruzione degli ospedali di Gaza, ha distrutto ogni sua narrazione contro Putin. Rispetto al Medio Oriente bisognerebbe perseguire un divieto immediato delle consegne di armi a Israele. Devono partire boicottaggio e disinvestimento dall’economia, finché Israele non accetterà di smantellare lo stato di apartheid, non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordania".

Fonte: ilfattoquotidiano.it

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