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Si tratta di Daniel Atala, ex reggente finanziario dell’azienda titolare della concessione per la costruzione della diga contro cui si era opposta l’attivista

L’omicidio di Berta Cáceres, attivista e ambientalista della popolazione indigenza Lenca, avvenuto il 3 marzo 2016, potrebbe arrivare ad una svolta. Dopo la condanna arrivata nel 2018 delle sette persone che entrarono nella sua casa a La Esperanza, tentando di uccidere anche il suo ospite, l’ambientalista messicano Gustavo Castro, e dopo il processo contro l’ex presidente della Desarrollos Energéticos (Desa), Roberto David Castillo, considerato anello di congiunzione tra i mandanti e gli esecutori dell’omicidio, restava da individuare uno dei mandanti. Il 1° dicembre di quest’anno la procura, attraverso la divisione sui Delitti contro la vita, ha emesso un mandato di cattura nei confronti di Daniel Atala Midence, ex reggente finanziario della Desarrollos Energéticos, impresa titolare della concessione per la costruzione della diga Agua Zarca.
La famiglia Atala Zablah, maggiori azionisti della società Desa e tra le più ricche ed influenti di tutto l’Honduras, era stata da sempre indicata dall’organizzazione di Berta, il Copinh (Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras) e dalle figlie Bertita, Laura e Olivia, come il punto di partenza dell’ordine di omicidio, e Daniel Atala era stato più volte denunciato, pubblicamente, come uno dei mandanti morali dell’esecuzione dell’attivista indigena. Atala Midence, figlio di uno degli azionisti di maggioranza della Desa, era già stato indagato (e assolto), nel 2021, nel processo contro David Castillo, ed in quell’occasione fu anche chiamato a testimoniare. Dopo 93 mesi dall’omicidio, Daniel Atala deve rispondere ai magistrati per aver coordinato iniziative, questa è l’accusa, per perseguire e criminalizzare i militanti del Copinh per conto della società per cui lavorava, coinvolgendo agenti di pubblica sicurezza. È sotto accusa anche per atti corruttivi per l’assegnazione del progetto idroelettrico Aqua Zarca, nonché di commenti razzisti contro le comunità Lenca del Rio Blanco.
Berta è stata assassinata per essersi opposta alla costruzione della diga Agua Zarca che avrebbe distrutto il fiume sacro del suo popolo. A quasi otto anni di distanza dall’assassinio la lotta per la verità e la giustizia portata avanti dalle sue figlie e dalla sua organizzazione continua.
Il Copinh e la famiglia di Berta sperano che l’azione del Ministerio Pubblico non sia solamente esibizione mediatica e si aspettano l’arresto e quindi l’istruzione di un processo che dimostri le effettive responsabilità di Daniel Atala nella pianificazione e organizzazione dell’esecuzione dell’attivista Lenca.

Fonte: lifegate.it

Foto © UN Environment

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