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"In commissione Giustizia al Senato la maggioranza propone di riformare il sistema di elezione del Csm introducendo il sorteggio per i componenti togati. Contestualmente un'altra loro proposta, di rango costituzionale, propone di avere un Csm per metà composto da laici e per l'altra metà da togati, al posto dell'attuale plenum formato per 1/3 dai primi e per 2/3 dai secondi. È evidente l'intento di svilire e indebolire in due modi diversi la rappresentanza dei magistrati. Il sorteggio iniziale proposto dal senatore Zanettin vuole privare i magistrati del diritto di scegliere i propri rappresentanti e mira ad avere nel Csm magistrati presi a caso, che potrebbero anche essere persone disinteressate o inadeguate al ruolo e alle importanti funzioni da svolgere. Contemporaneamente si vuole aumentare il controllo della politica sul Csm aumentando da 1/3 alla metà i componenti di nomina parlamentare. Ma se questo è l'intento della maggioranza, allora noi, con un emendamento a mia prima firma e sottoscritto dai colleghi Patuanelli, Lopreiato e Bilotti, proponiamo che il sorteggio valga per tutti, anche per i componenti eletti dal Parlamento". Lo ha affermato in una nota l'ex procuratore generale di Palermo e oggi Senatore Roberto Scarpinato.
"A quel punto - prosegue la nota - diventa determinante indebolire il potere di influenza della politica sul Csm. Altrimenti sarà ancora più evidente l'intenzione del Governo e della maggioranza di centrodestra di avere un Csm iperpoliticizzato con una magistratura messa sotto scacco dal potere politico. In ogni caso, come si fa a pensare che sia la legge elettorale per il Csm la soluzione dei problemi della magistratura? Ci si occupi piuttosto di ripristinare urgentemente nell'interesse dei cittadini l'efficienza del sistema giustizia, senza indebolire l'indipendenza del potere giudiziario, coprendo i gravissimi vuoti nell'organico della magistratura e del personale amministrativo. Su 10558 magistrati ne mancano ben 1657 con un 15,32% in meno che ogni giorno continua a pesare come un macigno sui processi italiani", ha concluso Scarpinato.
L'ex magistrato era già intervenuto sul punto quanto intervenne in commissione giustizia al Senato a giugno di quest'anno, nel giorno dell'audizione del procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita e del presidente del tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini.
Scarpinato aveva centrato un punto fondamentale: Ardita e Morosini erano concordi che "l'esaltazione del carrierismo e della gerarchia sia alla base anche della degenerazione delle correnti perché alimenta l'individualismo collettivo e l'ambizione dei singoli. Ed è un modello completamente alternativo a quello voluto dalla nostra costituzione che dice che i magistrati si distinguono solo per funzioni e che quindi la gerarchia non dovrebbe contare niente. E quindi mi chiedo se forse non bisogna 'rompere il giocattolo': cioè evitare l'individualismo collettivo alimentato dal carrierismo per esempio abbattendo il numero degli incarichi per i quali si fanno i concorsi e che ha trasmodato il Csm in un concorsificio.
Gli incarichi semi direttivi che sono numerosi potrebbero essere assegnati per anzianità salvo de merito, salvo che sia accertata l'incompetenza della persona.
Perché a questo punto si aprirebbe una contraddizione sistemica: da una parte si ritiene che mediante il sorteggio chiunque può arrivare al vertice dell'autogoverno del Csm e dall'altra parte si farebbe un concorso per incarichi semi direttivi.
Ma allora se all'interno della magistratura si è in grado di esercitare funzioni di governo interno eliminiamo anche i concorsi per gli incarichi direttivi o semi direttivi".
Per Scarpinato occorre operare su un altro versante: "Cioè non penso che si possa risolvere con la legge elettorale questa massa di problemi se non c'è in campo un modello della magistratura".

Foto © Paolo Bassani

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