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Tra i sottoscrittori anche Nicola Gratteri e Piergiorgio Morosini. “Riforma rischia di erodere i principi di uguaglianza davanti alla legge”

Oltre mille tra magistrati, giudici e pubblici ministeri, hanno sottoscritto un documento inviato, tra gli altri, al Presidente del Consiglio e al ministro della Giustizia in cui esprimono "la più viva preoccupazione per la riforma costituzionale che si propone di introdurre la separazione delle carriere". "Una riforma che non porterebbe alcun beneficio sul piano della rapidità ed efficacia del sistema penale e della risposta alle aspettative - si legge in una nota - di ciascuno per una giustizia giusta, imparziale ed equanime. Una riforma che, pur in assenza di tali benefici, comporta i rischi concreti (che sembrano anzi esserne il vero "motore") verso una dipendenza gerarchica del Pubblico Ministero dal Governo e un controllo da parte della maggioranza politica sull'esercizio della azione penale e sulla conduzione delle indagini". Un controllo sui pm e sull'esercizio della azione penale che a detta dei firmatari "sarebbe una ineludibile conseguenza della separazione delle carriere e della discrezionalità della azione penale di cui la riforma pone le chiare premesse (tant'è che nella quasi totalità dei Paesi dove vi è la separazione delle carriere vi è anche la dipendenza dei pm dal Governo, con la differenza non secondaria in molti di tali Paesi della presenza del Giudice Istruttore a presidiare la indipendenza e imparzialità delle indagini)". Per i firmatari del documento si tratta, infine, di una riforma "che andrebbe a toccare equilibri delicatissimi rischiando di erodere i principi di uguaglianza di ciascuno davanti alla legge, di trasparenza e imparzialità nell'esercizio dell'azione penale e di esercizio autonomo e indipendente della giurisdizione".
Tra i sottoscrittori della petizione spiccano i nomi dei procuratori, Nunzio Fragliasso (Torre Annunziata), Nicola Gratteri (Napoli), Pino Montanaro (Taranto), e degli aggiunti Giuseppe Cascini (Roma) e Tiziana Siciliano (Milano) e di Piergiorgio Morosini, presidente del Tribunale di Palermo.

La petizione
“I sottoscritti magistrati in servizio, giudici e pubblici ministeri, esprimono la più viva preoccupazione per la riforma costituzionale che si propone di introdurre la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, e condividono pienamente al riguardo il documento firmato da 576 magistrati in pensione e che si allega. Una riforma che non porterebbe alcun beneficio sul piano della rapidità ed efficacia del sistema penale e della risposta alle aspettative di ciascuno per una giustizia giusta, imparziale ed equanime.
Una riforma che, pur in assenza di tali benefici, comporta i rischi concreti (che sembrano anzi esserne il vero “motore”) verso una dipendenza gerarchica del Pubblico Ministero dal Governo e un controllo da parte della maggioranza politica sull’esercizio della azione penale e sulla conduzione delle indagini; controllo sul Pubblico Ministero e sull’esercizio della azione penale che sarebbero una ineludibile conseguenza della separazione delle carriere e della discrezionalità della azione penale di cui la riforma pone le chiare premesse (tant’è che nella quasi totalità dei Paesi dove vi è la separazione delle carriere vi è anche la dipendenza dei PM dal Governo, con la differenza non secondaria in molti di tali Paesi della presenza del Giudice Istruttore a presidiare la indipendenza e imparzialità delle indagini).
E va anche ricordato significativamente che le Risoluzioni Europee raccomandano ai Paesi membri di prevedere e consentire il passaggio di funzioni tra PM e Giudice come uno dei meccanismi di garanzia per la necessaria indipendenza e autonomia del PM. Una riforma quindi che andrebbe a toccare equilibri delicatissimi rischiando di erodere i principi di uguaglianza di ciascuno davanti alla legge, di trasparenza e imparzialità nell’esercizio dell’azione penale e di esercizio autonomo e indipendente della giurisdizione”.

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