"Emerse responsabilità in relazione al reato di genocidio"
L'ex magistrato Carlo Palermo ha nuovamente denunciato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Corte penale internazionale (CPI) dell’Aja per il reato di genocidio contro il popolo palestinese.
Nello specifico si chiede al Procuratore Capo Karim Khan di emettere un "mandato d’arresto nei confronti del primo ministro d’Israele" e "degli ufficiali e funzionari ad esso sottoposti le cui responsabilità in relazione al reato di genocidio sono emerse".
Non è la prima volta che l'ex magistrato si è mosso in tal senso: già a novembre dell'anno scorso aveva presentato un atto d'accusa in cui aveva ricostruito anche i legami di Hamas con la Cia.
La denuncia odierna è stata integrata con i recenti avvenimenti quali "la ulteriore invasione preannunciata attualmente dal Primo Ministro nella città di Rafas". Si legge che tale decisione "risulta ancor più dolosamente arbitraria, illegittima e preordinata alla completa distruzione della popolazione della Palestina distruggendo e rendendo per di più inabitabile il suo territorio, elemento oggettivo che caratterizza il suo “popolo”, in ragione della estensione della reazione (legittima contro gli specifici appartenenti alla organizzazione terroristica di Hamas) a una illegittima e illegale aggressione e invasione dell’intero territorio della striscia di Gaza, con conseguente consapevole responsabilità e dolus per l’indiscriminata uccisione di un numero di vittime sempre in crescita, risultanti provate e anche conformi alle intenzioni pubblicamente divulgate dallo stesso primo ministro d’Israele".
Secondo l'ex magistrato l'attacco "appare inammissibile e ingiustificabile nei confronti della cultura stessa della popolazione civile della Palestina con l’annientamento e l’uccisione dolosa di gran parte della popolazione palestinese con travalicamento dei principi di responsabilità personale soggettivi e dei popoli tutelati dalla Convenzione dell’Aja".
Le più alte personalità ebraiche che confermano l’intento genocida
Fra le carte mandate alla Corte si evidenzia che le prove dell’accusa mosse dal Sud Africa nei confronti dello Stato di Israele sarebbero confermate dalle dichiarazioni "dalle più alte personalità ebraiche che confermano l’intento genocida: consistenti nelle dichiarazioni del Presidente Herzog, dei Ministri e di autorevoli esponenti delle forze armate ebraiche.
Da tutte queste affermazioni - si legge - “emerge la totale equiparazione dei palestinesi a soggetti privi di diritti e di personalità giuridica e la disumanizzazione dell’etnia palestinese, tipica dei casi di genocidio: in particolare, in tutte tali dichiarazioni risalta la totale adesione dello Stato agente, ai suoi più alti livelli, all’idea biblica di sterminio di un popolo, qual è quella di Amalek, apertamente proclamata da tutti i vertici istituzionali israeliani".
Le prove di tale intento sono sotto gli occhi di tutti: “Bombardamenti indiscriminati sui civili e gli episodi di distruzione d’infrastrutture come chiese, moschee e ospedali, costituisce una prova inequivocabile di genocidio in corso, non legittimato e proporzionato da alcuna risposta in chiave difensiva rispetto agli attacchi subiti da Hamas".
Le richieste
"Poste tali premesse, in questa sede, ci si chiede come possa accadere - si legge nel documento di denuncia - seguito dalla dimostrazione di tale intento genocida, di fatto già operata e documentata con quanto sinora avvenuto con i video mostrati delle devastazioni e delle dichiarazioni autoindizianti dei politici e militari israeliani ad iniziare dal Primo Ministro" come la corte Penale dell’Aja non abbia ancora emesso "i conseguenti provvedimenti di sua competenza, quali l’emissione del provvedimento d’arresto del Primo Ministro e dei suoi diretti funzionari e militari procedenti alla materiale esecuzione delle direttive del massacro".
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Foto di copertina © Imagoeconomica
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