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E' stato archiviato il fascicolo che vedeva sotto accusa l'ad di Eni Claudio Descalzi, del capo del personale Claudio Granata ed altri dirigenti.
A deciderlo è stato il gip di Milano Luigi Iannelli. Il procedimento si intrecciava col noto caso Eni-Nigeria finito con tutte assoluzioni nel 2021 e con quello sul cosiddetto "falso complotto", scaturito da una denuncia dell'ex manager, licenziato, Vincenzo Armanna, che era stato molto valorizzato dai pm come "grande accusatore" nel processo sulla ipotizzata, e non provata, corruzione internazionale. 
Con una querela presentata nel 2020 Armanna, come si legge nell'ordinanza del gip depositata ieri, aveva accusato Descalzi "di essere stato il mandante di una condotta estorsiva": i manager di una società nigeriana, secondo la denuncia, avrebbero subito la minaccia di interruzione dei rapporti con Eni "se non avessero convinto Armanna a non sottoporsi" all'esame nel processo Eni-Nigeria e a non rispondere nelle indagini sul "falso complotto". 
Denuncia da cui erano scaturite accuse nei confronti di Descalzi (difeso dall'avvocato Paola Severino), Granata (legali Fabio De Matteis e Ornella Nucci) e altre sei persone per reati che andavano dall'associazione per delinquere all'estorsione fino all'intralcio alla giustizia. Il giudice ha condiviso la richiesta di archiviazione della Procura, anche ribadendo, in sostanza, la "acclarata artificiosità delle chat WhatsApp" con cui Armanna sosteneva di aver dialogato con Granata e Descalzi su quel presunto depistaggio. Falsità che era già stata accertata nelle indagini sul "falso complotto" dal pm Paolo Storari e poi da una consulenza tecnica. Chat non depositate dal pm Fabio De Pasquale (sotto processo a Brescia) nel processo Eni-Nigeria. 
I legali di Armanna avevano provato in questo filone, che si è chiuso oggi, anche a smontare la consulenza su quelle chat false con un'altra relazione di parte. Armanna è a processo, assieme all'avvocato Piero Amara e altri, per il caso del "falso complotto", mentre le posizioni di Descalzi e Granata sono state già archiviate da tempo e nel dibattimento, anzi, sono parti civili di una calunnia nei loro confronti.

Foto © Imagoeconomica

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