Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

La madre del magistrato ucciso: “Ora che sono intervenuti gli Stati Uniti, ho qualche speranza in più che sia fatta luce sull’omicidio”

Maricel Albertini, la madre del procuratore. Le sue parole, affidate al nostro redattore in Paraguay Jorge Figueredo riflettono il clima di incertezza esistente su un fatto di sangue che sconvolse l’opinione pubblica mondiale.
“Adesso si sta iniziando a muovere la Procura in Paraguay. Lo hanno sempre fatto in silenzio, ma senza alcun risultato. Mi fido molto del procuratore Manuel Doldan, Direttore di Affari Internazionali del Ministero Pubblico paraguaiano, perché era molto amico di Pecci. Adesso è entrato in carica un nuovo pubblico ministero che in questi giorni mi ha fatto diverse domande. D'altra parte, nei quotidiani è stato pubblicato in questi giorni che un ex dirigente delle dogane [si riferisce a José Martínez, ex assesore della National Navigation and Ports Administration (ANNP)], ha detto di indagare sul gruppo che uccise l’imprenditore Mauricio Schwartzman, perché sono gli stessi autori che sono dietro l'assassinio del Procuratore Marcelo Pecci”, ha affermato la mamma del procuratore.
“Sembra che Schwartzman lavorasse o avesse dei legami con il narcos uruguaiano Sebastián Marset. Ora che sono intervenuti gli Stati Uniti, ho più speranza che sia fatta luce sul suo assassinio perché c’è la possibilità di estradizione dei tre autori materiali, che arrivino ad un accordo con le autorità dal paese del Nord, e siano protetti con le loro rispettive famiglie, in cambio di fornire informazione importante. A parte tutto questo non ci sono novità importanti in relazione all’indagine sull’omicidio di Marcelo, il caso è grande e molto complesso”.
Il giornalismo paraguaiano ha fatto conoscere tutta una serie di circostanze che fanno sperare che l’intervento di funzionari degli Stati Uniti possa fare luce sul delitto. Ma l’intreccio è elevato, come afferma la madre del pubblico ministero: “Il fatto è di notevole portata e molto complesso”. Ed i sospetti si moltiplicano, emergono possibili nomi dei mandanti dell'assassinio. Ma in definitiva, l'impunità continua a salvare i mandanti.


La commovente lettera aperta della famiglia Pecci

Canali televisivi, quotidiani e radio di Asuncion, capitale del Paraguay, hanno ricevuto - per diffondere pubblicamente - una commovente lettera della famiglia Pecci, nella quale esprimono sostanzialmente il loro punto di vista sul concetto di fare giustizia, rispetto al crimine del procuratore Marcelo Pecci. Una visione molto particolare che riassume il dolore che sente la famiglia, ma fondamentalmente fanno delle precisazioni dirette alle autorità, che la migliore forma di fare giustizia è intensificare con entusiasmo le indagini, sottolineando che non hanno visto questo entusiasmo per arrivare alla verità in Paraguay, invece in Colombia sì.
Riportiamo testualmente questa lettera che è, per sua natura, un allegato preciso, emotivo, e chiaro del valore della giustizia e di cosa in realtà sente la famiglia di un procuratore assassinato.


pecci moglie insta

Marcelo Pecci insieme alla moglie Claudia Aguilera


“Due anni fa un gruppo di sicari coordinati e finanziati a livello internazionale misero fine alla vita del nostro caro Marcelo, figlio, fratello e oggi padre a cui è stato impedito di conoscere suo figlio per la vigliaccheria di chi si mostra forte con l'uso del denaro illecito, travolgendo qualsiasi cosa incontra al suo passo, ma che utilizza anche per nascondersi dietro facciate e colletti bianchi che non fa altro che ritardare il processo. L'unico processo dell'investigazione, quella in corso in Colombia.
Viviamo e siamo cresciuti in questo paese dove sappiamo c’è ingiustizia. Viverla in carne propria lo rende doloroso e frustrante. L’oblio è come strati di polvere che non vediamo cadere, ma nel bronzo che abbellisce il nome di Marcelo Pecci, c’è uno strato abbastanza denso che in poco tempo impedirà di vedere le sue parole o ricordare il suo lavoro. Sicuro saranno isolati, ma ci saranno degli atti in cui sarà ricordato. Sarà celebrata qualche messa pregando Dio per il suo riposo eterno ed un clamore di giustizia. Ma nessun atto né tributo è accettabile per la famiglia, che non sia di giustizia”.


"Non c'è stata fortuna nel trovare entusiasti investigatori in Paraguay"

“Finalmente comprendiamo la giustizia, non come un obiettivo compiuto, seppure è quello che desideriamo, bensì piuttosto la sognavamo nel desiderio estremo di trovare i responsabili, realizzando alcuni atti idonei utili ad identificare i mandanti. Avrebbero potuto realizzarsi in Paraguay. Timidamente oggi vediamo cadere fogli e fogli dal calendario accompagnati da scuse, lamenti, discorsi, ma ben poco in quanto a quel fuoco che i giusti infiammano, quando si tratta di trovare gli assassini del loro collega. Non siamo stati fortunati nel trovare entusiasti investigatori, come invece abbiamo trovato in Colombia. Autorità che abbiamo ringraziato in suo momento per il lavoro che hanno portato avanti. Entusiasmo lo ha l'avvocato della famiglia, il Dr. Bernatte che non ha conosciuto Marcelo in vita, ma lotta per la causa come se fosse il suo compagno di ufficio”.


“Dimenticare è la peggiore forma di ingiustizia perché il dolore non cessa”

“Dimenticare è la peggiore forma di ingiustizia perché il dolore non cessa e la putrefazione non guarisce. Il nome di Marcelo Pecci non è stato sentito, né nei discorsi pubblici, quelli che mirano alla correttezza politica, almeno per dire che si sta cercando qualche tipo di giustizia. Non si è cercato nemmeno di dissimulare. La dimenticanza provocata è ancora peggio. Manca solo aspettare la seconda vittima. Altri avvenimenti che finiranno in una nuova dimenticanza”.
“Chiediamo alle autorità preposte all'amministrazione che rispettosamente risparmino qualsiasi tipo di stipendio pubblico per il memoriale del dottore Marcelo Pecci. Sollecitiamo che invece di fiori, nastri e altro, ogni risorsa sia desinata a individuare chi ha ordinato la sua morte. Qualsiasi altro omaggio purtroppo non sarà gradito.

Francisco Pecci Mansone, Francisco Pecci Albertini, Gabriela Pecci Albertini e Dr. Francisco Bernatte Ochoa”.


Foto di copertina: Diario Ultima Hora

ARTICOLI CORRELATI

Narcotraffico: latitante Sebastián Marset è solo pezzo di grande puzzle internazionale

Paraguay: ''Yakaré'' arrestato con l'accusa di traffico di droga e assassinio

Omicidio Pecci: aperta indagine su coinvolgimento dell'ex presidente Horacio Cartes

Omicidio Pecci: ''L'ordine è partito dal Paraguay, in accordo con la mafia italiana''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos