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Bruxelles da fondi per il gasdotto Melita ma potrebbero finire nelle tasche di Yorgen Fenech

Recentemente l’Unione Europea ha avanzato la proposta di voler erogare dei finanziamenti pubblici per costruzione del gasdotto Melita che collegherà l’Italia con l’isola di Malta. Tra i beneficiari dei fondi europei ci sarà anche Yorgen Fenech, l’imprenditore in attesa di essere processato con l’accusa di complicità nell’omicidio della reporter maltese Daphne Caruana Galizia.
L’atto, come riporta dal Il Fatto Quotidiano, è stato definito da Matthew Caruana Galizia - figlio della giornalista maltese - come una ricompensa:  “È inaccettabile: sarà una ricompensa per persone accusate di omicidio”. Che c’entra Fenech con il progetto Melita? “Il gasdotto - ha spiegato Caruana Galizia al Fatto - alimenterà la centrale elettrica gestita dalla società Electrogas. La risoluzione dell’attuale contratto di fornitura di gas con Electrogas, necessaria per la costruzione del gasdotto, comporterebbe un pagamento di decine di milioni agli azionisti di Electrogas, come previsto dalla clausola di recesso dell’accordo firmata il 30 novembre 2017 (di cui ci fornisce copia, ndr). Visto che è uno dei beneficiari finali di Electrogas, Fenech trarrà vantaggio da questo pagamento e anche dalla vendita della stessa centrale elettrica, come ha confermato la ministra dell’Energia di Malta”.
A causa delle numerose critiche sollevate, la Commissione europea ha cercato di aggiustare il tiro: nel testo finale della proposta è stato inserito un passaggio che sembra scritto appositamente per spegnere le polemiche: nemmeno un euro pubblico dovrà arrivare “direttamente o indirettamente” a chiunque sia coinvolto in attività criminali. “La proposta - risponde il figlio di Daphne - garantisce che la Commissione Ue non finanzierà alcun progetto senza adeguate assicurazioni legali da Malta sul fatto che nemmeno un euro pubblico vada, direttamente o indirettamente, a entità implicate nella corruzione. Spetta alla Commissione europea assicurare che il governo di Malta fornisca tali garanzie legali. E spetta al governo di Malta far sì che tali garanzie legali siano efficaci e non fittizie”.
L’UE saprà tener fede su quanto stabilito?

La non - transazione ecologica
Il tema della sostenibilità e della transazione ecologica sta tenendo banco nelle tribune politiche di tutta Europa e il fatto che Bruxelles abbia deciso di investire denaro pubblico in infrastrutture pensate per i combustibili fossili  ha fatto storcere il naso a molti attivisti e politici verdi.
In particolare i gasdotti Melita e Eastmed  collegheranno alla rete europea del gas due isole, Malta e Cipro, e avranno come punto di unione l’Italia. Melita dovrebbe infatti partire dalla Sicilia e arrivare a Malta, mentre Eastmed punta a trasportare il metano estratto nel Mediterraneo Orientale – tra le acque di Cipro e Israele – fino a Otranto, sulle coste del Salento.
Lo scorso 14 dicembre, il Parlamento europeo, il Consiglio e Commissione Ue hanno fissato le nuove regole del Ten-E, la rete dell’energia europea, proponendo lo stop ai finanziamenti pubblici per nuovi gasdotti e oleodotti, però con due eccezioni: Eastmed e Melita. L’esenzione per i due gasdotti è stata fatta anche con la pressione esercitata dal governo maltese. Matthew Caruana Galizia ha infatti riportato che l’esecutivo di La Valletta ha insistito affinché il gasdotto Melita fosse inserito nei progetti finanziabili con denaro pubblico: “La ministra dell’Energia di Malta ha scritto e chiamato i negoziatori prima dell’accordo finale per far sì che il gasdotto fosse definito ‘pronto per l’idrogeno’, dunque considerato un progetto a energia pulita”. L’idrogeno verde, quello prodotto solo grazie a energia rinnovabile, ha però un problema di prezzo. Fino all’ultima impennata del gas di questi mesi, è sempre stato più costoso rispetto al cosiddetto ‘idrogeno blu’ (derivato da combustibili fossili) e a quello ‘grigio’ (ripulito con sistemi di cattura dei gas serra). Motivo per cui - se non verrà incentivato pubblicamente - il combustibile green che dovrebbe riempire in futuro Melita rischia di rimanere un’opzione fuori mercato.

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