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I sindacati hanno indetto uno sciopero per i 5 operai morti ieri durante la manutenzione della rete fognaria

Un lavoratore precario è un lavoratore ricattabile e un lavoratore ricattabile è un lavoratore disposto a fare di tutto pur di conservare il posto di lavoro. La responsabilità non può essere del lavoratore, che è l'ultimo anello debole. La responsabilità è di chi governa e di chi ha governato, è di chi ha fatto le leggi e di chi ha fatto in modo che quelle leggi non venissero cambiate. È la scelta di un sistema economico che pensa che le morti sul lavoro siano un costo sociale sostenibile. È questo meccanismo perverso di interessi tra sistema economico e sistema politico che ha fatto sì che oggi i lavoratori in Italia sono poveri, precari e rischiano la vita". Così Mario Ridulfo, segretario della CGIL Palermo, parlando davanti la prefettura della città dove questa mattina si è tenuto un sit-in organizzato dai sindacati dopo la strage di ieri a Casteldaccia in cui hanno perso la vita 5 operai e un sesto è ricoverato in gravi condizioni. "Chiederemo al governo di mettere mano alle norme perché sono le norme che consentono la precarietà e che determinano i rischi per le persone - ha detto il segretario -. Queste morti hanno un responsabile, hanno un nome e cognome. La responsabilità è di chi governa questo Paese e non può essere addossata al lavoratore". Ridulfo ha richiamato alla "responsabilità delle istituzioni". "Non è possibile che non ci sia una reazione di questo Paese, non basta l'indignazione, non basta dire mai più - ha aggiunto - bisogna cambiare le norme. La precarietà non può costruire il nostro futuro e quello dei nostri figli, costruisce solo lutti e non possiamo vivere di lutti, con le istituzioni che il giorno dopo vanno sul luogo della tragedia e mettono corone: diventano corone di spine sulle teste delle famiglie".


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Il segretario della CGIL Palermo, Mario Ridulfo


Centinaia sono scesi in piazza questa mattina davanti la prefettura di Palermo. Cgil, Cisl e Uil hanno indetto quattro ore di sciopero generale a cui si affianca quello di 8 ore proclamato dalle segreterie provinciali di Fillea, Filca, Feneal. I sindacati continuano a chiedere sicurezza sul lavoro. "O cambiano le cose o proseguiremo a oltranza con le mobilitazioni, per rivendicare la sicurezza nei cantieri - hanno gridato i segretari generali di Fillea, Filca e Feneal Piero Ceraulo, Francesco Danese e Pasquale De Vardo -. Con questa nuova tragedia, si certifica una situazione di emergenza e di stato di guerra. Qui i morti sul lavoro si stanno moltiplicando giorno dopo giorno".

Non sarebbero dovuti scendere all'interno della stazione di sollevamento i cinque operai morti ieri a Casteldaccia durante la manutenzione della rete fognaria. Il contratto di appalto stipulato con Amap, la municipalizzata che aveva dato alla loro ditta, la Quadrifoglio group, l'appalto dei lavori, prevedeva che l'aspirazione dei liquami avvenisse dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non scendesse sottoterra. Questo spiega perché nessuna delle vittime indossava la mascherina né aveva il gas allert, un apparecchio che misura la concentrazione dell’idrogeno solforato, il gas che poi li ha uccisi. Non è chiaro, dunque, perché i cinque siano scesi all'interno della stazione di sollevamento né cosa sia accaduto dopo. Giovanni D'Aleo, 44 anni, operaio scampato all'incidente sul lavoro, ha raccontato ad uno dei soccorritori nei momenti concitati della tragedia quando accaduto ieri: "Ho lavorato fino alle 10 nella vasca e tutto è filato liscio. Mi ha dato il cambio mio cugino Giuseppe Miraglia (una delle vittime, ndr). Poi è successo qualcosa d'imprevisto".


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L'ipotesi che si sia rotto un tubo da cui poi è fuoriuscito il gas è smentita dai vigili del fuoco, mentre non si esclude che gli operai abbiano potuto aprire una paratia che sarebbe dovuta restare chiusa. L'ambiente infatti, in condizioni normali, è a tenuta stagna.

Durante la mattina nel cantiere in cui si svolgeva la manutenzione della rete fognaria tutto sembrava filare liscio. Gli operai avevano iniziato il lavoro alle 8 e dopo due ore si erano dati il cambio. D'Aleo sarebbe andato a rifocillarsi dopo essere stato per ore nella zona della vasca dell'impianto. Resta da capire cosa sia successo dopo. "Ho capito subito che era accaduto qualcosa di grave e ho dato l'allarme", ha detto in lacrime l'operaio.


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Piero Ceraulo, segretario generale Fillea Cigil Palermo
  

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