Secondo l'ex 'ndranghetista assieme a Schirripa c'era un'ex militante di Prima Linea
di AMDuemila
Altro colpo di scena sull'omicidio Caccia, un neo pentito di 'Ndrangheta fa il nome di un nuovo killer e nella ricostruzione dell'assassinio del procuratore Capo di Torino si inserisce l'ombra del terrorismo.
Il nuovo accusato è infatti Francesco D'Onofrio, 62 anni, originario dello stesso paese di Domenico Belfiore (condannato per l'omicidio Caccia), con un passato vicino a Prima Linea ed una condanna negli anni '80 per i suoi legami con i Colp, organizzazione terroristica nata per far scappare i brigatisti dalla prigione. D'Onofrio è stato coinvolto in diverse indagini sulla 'Ndrangheta in Piemonte ma è la prima volta che viene nominato in merito all'agguato che il 26 giugno 1983 uccise Bruno Caccia. A tirarlo in campo è Domenico Agresta, 28 anni, ex 'ndranghetista che nei mesi scorsi ha iniziato a collaborare con la giustizia, il cui nonno per anni è stato il capo assoluto della ’Ndrangheta in Piemonte.
“Mio padre in carcere e Cosimo Crea hanno detto che Francesco D’Onofrio e Rocco Schirripa hanno ammazzato il procuratore Caccia (…) . Subito dopo mio padre disse in calabrese la seguente frase: ‘Furono loro pure a farsi il procuratore di Torino’. Non usò il termine uccidere ma il termine ‘farsi’ che utilizziamo per indicare un omicidio”.
Una rivelazione che non stupì il giovane pentito perchè “sapevo essere persone che sparavano” già negli anni '80, entrambi “vicini a Mimmo Belfiore”. Sul movente Agresta riferisce quanto appreso dal cognato di Befiore, Placido Barresi: “Disse che il Procuratore era stato ucciso perché incorruttibile (…). Usava frasi del genere: all’epoca ci stava sempre addosso (..), lo avevamo avvicinato (…). Il procuratore aveva reagito sbattendogli la porta in faccia”.
D'onofrio da ex terrorista rosso passa a presunto 'ndranghetista nel 2011, quando viene indagato nell'inchiesta Minotauro. Di recente è stato condannato a 9 anni nell'appello/bis del processo Crimine/Minotauro per essere uno dei capi della 'Ndrangheta torinese ma la Cassazione ha ordinato per lui un nuovo processo. Nel mentre a gennaio scorso è stato condannato a 4 anni e 2 mesi per il possesso di dieci kalashnikov, armi ancora non trovate però.
Intanto a novembre D'Onofrio è stato iscritto nel registro degli indagati per l'omicidio Caccia in un procedimento parallelo al processo contro Schirripa.
E ieri il pm Marcello Tatangelo ha depositato i verbali d'interrogatorio di Agresta nel processo contro il presunto killer Rocco Schirripa.
“Con le dichiarazioni di questo nuovo pentito gli equilibri del processo vengono stravolti sotto il profilo probatorio - ha spiegato l'avvocato della famiglia Caccia, Fabio Repici - ora il dibattimento dovrà essere più ampio di quanto si prevedeva”. Adesso infatti il nome di D'Onofrio infittisce ed allarga il campo, nonostante, come sottolinea Repici “in tutte le carte che ho letto non era mai comparso il suo nome”.
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