di AMDuemila - 23 febbraio 2013
Secondo Bellini il capomafia avrebbe avviato un dialogo con lo Stato tramite gli Stati Uniti.
Il capo dei capi, Salvatore Riina, avrebbe cercato d’avviare una trattativa con lo Stato italiano tramite sue conoscenze negli Stati Uniti. E' questa l'opinione del dichiarante Paolo Bellini, estremista di destra ed esperto d'arte che da qualche tempo collabora con la magistratura, che è stato interrogato nei giorni scorsi all' udienza preliminare del processo sulla trattativa tra Stato e mafia.
Bellini, interrogato dal gup Pier Giorgio Morosini, ha raccontato di avere appreso da Antonino Gioè, uno dei killer della strage di Capaci che si uccise in carcere dopo l'arresto, di una "trattativa triangolare tra Italia e Stati Uniti d'America". I due si erano conosciuti negli anni Ottanta in carcere e all’inizio degli anni Novanta si erano rivisti perché Bellini, su input degli inquirenti, cercava di recuperare alcune opere d’arte rubate. Qualche mese dopo il ruolo di intermediario di Bellini sarebbe stato in qualche modo autorizzato da Mori. Cosa nostra avrebbe offerto alcune opere d'arte rubate chiedendo in cambio i domiciliari per 5 boss storici ma non se ne fece più nulla. Bellini dedusse che in corso c'era una trattativa più grossa con i vertici del governo. L'udienza è stata rinviata al 28 febbraio per la riapertura delle discussioni delle parti.