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Nel 2016 definiva un'idiozia la decisione di schierare truppe Nato in Lettonia. Oggi finanzia la guerra

Lo abbiamo scritto e rimarcato più volte: l'Italia è un Paese in guerra. Da quando è iniziato il conflitto in Ucraina, con l'aggressione della Russia, nessuno sembra voler fare passi avanti verso la pace, nonostante i ripetuti ed accorati appelli di Papa Francesco, la cui proposta di mediazione è stata rispedita al mittente dal Presidente buffone Zelensky.
Ed anche l'Italia non è da meno. Nei giorni scorsi, con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, è diventato realtà il settimo decreto per l’invio di armamenti in Ucraina, con un provvedimento a firma del ministro della Difesa, Guido Crosetto, di concerto con i ministri degli Esteri e dell’Economia.
È l'immagine chiara di un governo di guerrafondai e criminali che si mettono l’elmetto in testa e approvano l’ennesimo decreto, bypassando il Parlamento e ignorando la volontà degli italiani che, sondaggi alla mano, non sono così convinti che fornendo altre armi – per giunta sempre più avanzate – possano condurre alla tanto agognata pace.
Il nuovo supporto militare prevederebbe l'aumento della produzione missilistica di sistemi utili anche all'artiglieria navale, munizioni e giubbotti antiproiettili, oltre al ricondizionamento di missili di difesa in disuso come gli Aspide. Tra le richieste vi erano anche veicoli blindati e grandi quantità di munizioni. Proprio Crosetto, intervenendo al Copasir, ha illustrato l'elenco degli armamenti da fornire e come nelle altre occasioni il contenuto è stato comunque secretato.
Cosa c'era da aspettarsi dopo che lo scorso mese il Presidente Zelensky è venuto in Italia, accolto con tutti gli onori?
La nostra politica estera non si decide a Roma.
Lo dice la nostra storia. Ed i nostri governanti sono tutti servi.
E vale anche per la Meloni.
“La decisione di schierare truppe Nato, anche italiane, in Lettonia a partire dal 2018 è una idiozia degna della fallimentare politica estera di Barack Obama. L’Europa e l’Italia non hanno alcun interesse a creare un clima di guerra fredda con la Russia, e per di più questa provocazione è da un punto di vista strategico totalmente inefficace a contrastare una ipotetica situazione di conflitto”. Così scriveva nel 2016, e diceva anche in diretta tv, quando era solo presidente di Fratelli d'Italia e criticava il governo Renzi per quella decisione di inviare un contingente di 150 militari italiani a difesa delle frontiere esterne con la Russia nelle Repubbliche Baltiche e nella Polonia orientale. Addirittura si chiedeva di riferire alla Camera “e spiegare i motivi di questa decisione assurda”.



Ad insorgere, oltre a lei, vi erano tutte le forze all'opposizione: dalla Lega a Forza Italia, fino ai Cinque Stelle. “Chi fa prove di guerra con la Russia è matto o è in malafede” affermava Matteo Salvini. “La Federazione Russa è un Paese amico, la politica dovrebbe avere il compito di disinnescare queste folli avvisaglie di una nuova guerra fredda” aggiungeva Renato Brunetta.
In termini di sicurezza nazionale questa missione rischia di esporre il nostro Paese al dramma della guerra” avvisava Beppe Grillo. E via Twitter, persino l'ex premier Enrico Letta esprimeva le proprie perplessità. Tutti pronti a promettere: “Con noi al governo mai”.
Sette anni dopo tutti voltagabbana, ipocriti, falsi e bugiardi pur di conquistare il Potere.
Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, con la Russia costretta ad attaccare dopo il perdurare della crisi in Donbass, la giravolta di inganni e promesse è evidente.
E la stessa Meloni, che oggi si trova al Potere, Presidente del consiglio di una coalizione che tra le sue file ha fascisti, razzisti, anticostituzionali, guerrafondai e amici della mafia (Forza Italia è stata fondata da uomini della mafia), ha detto che “l'Italia è al fianco di Kiev a 360 gradi”.
Dobbiamo dedurre dunque che lo sostiene anche quando rifiuta l'aiuto di Papa Francesco per una mediazione per la Pace? Lo sostiene anche quando afferma che la Russia sarà sconfitta come si è fatto con il nazismo?
La promessa di prossimi invii di armi, ovviamente offre una risposta.
La Meloni schiera dunque il governo italiano con Kiev senza se e senza ma.
Una condizione necessaria per presentarsi senza “macchie” alla prima visita ufficiale negli Usa, prevista in questo mese di giugno.
Perché la nostra politica non viene decisa da questo o quel partito che sta al governo, ma da quel Paese con la bandiera a stelle strisce che al di là dell'Oceano Atlantico ha sempre comandato.
Ecco di cosa dovrebbero rendersi conto gli italiani.
Solo il popolo può scalzare con una grande resistenza, come fecero i partigiani, i fascisti ed i falsi comunisti che quotidianamente calpestano la nostra Costituzione.

Realizzazione grafica by Paolo Bassani

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