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La famiglia esce dal processo dopo aver accettato il risarcimento, i parenti di Iacovacci invece rifiutano

Il gip ha stralciato la posizione del funzionario del Programma Alimentare Mondiale, Rocco Leone, nell’ambito del processo italiano sul triplice omicidio dell’ambasciatore italiano in Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, del carabiniere di scorta, Vittorio Iacovacci, e dell’autista del Pam Mustapha Milambo. Tutto rinviato al 14 settembre, però, dato che la difesa di Leone ha eccepito l’immunità diplomatica in quanto dipendente dell’organizzazione internazionale nell’esercizio delle proprie funzioni.

L’udienza è iniziata intorno alle 10 di oggi, venerdì 7 luglio, alla presenza dei familiari delle due vittime italiane e dei loro avvocati. Un’udienza che, ha visto i genitori di Attanasio, come già fatto anche dalla vedova Zakia Seddiki, accettare il risarcimento economico del Pam non costituendosi parte civile nel processo. Non un passo indietro nella ricerca della verità, ha precisato però il padre, Salvatore Attanasio, ma la risposta alla necessità di garantire un futuro alle tre figlie dell’ambasciatore. È a loro, infatti, che i nonni hanno destinato l’intera somma risarcitoria.

Nell’udienza di ieri, come prevedibile, è arrivato invece lo stralcio della posizione di Rocco Leone, il funzionario del Pam accusato, insieme a Mansour Rwagaza, di omesse cautele e omicidio colposo per aver falsificato la documentazione di viaggio omettendo la presenza dell’ambasciatore e del carabiniere sul convoglio nella regione del Nord-Kivu, sulla route nationale 2 tra Goma e Rutshuru, dove poi è avvenuto l’agguato. Una mossa che si è resa necessaria al fine di impedire il blocco del processo nei confronti dell’italiano, dato che il congolese è tornato in patria e risulta ad oggi irreperibile e quindi al momento non perseguibile per mancata notifica.

Il gup ha inoltre confermato la costituzione di parte civile della famiglia Iacovacci che ha rifiutato ogni tipo di risarcimento, del Comune di Limbiate e delle associazioni che hanno avanzato la medesima richiesta. “Noi restiamo parte civile nel processo perché vogliamo la verità su quanto accaduto”, ha dichiarato il fratello del carabiniere ucciso, Dario Iacovacci, entrando in aula. La difesa di Leone ha comunque eccepito l’immunità diplomatica, questione sulla quale il procuratore aggiunto incaricato delle indagini, Sergio Colaiocco, ha chiesto di poter ribattere nel corso di una nuova udienza che è stata programmata per il prossimo 14 settembre.

Stato italiano assente in aula, l’amarezza di Salvatore Attanasio
Salvatore Attanasio
uscendo dal tribunale di Roma, dove si è svolta la terza udienza preliminare, ultima occasione per lo Stato di costituirsi parte civile ha detto essere “una grande amarezza quella di constatare l’assenza dello Stato italiano.” “Uno Stato forte con i deboli e debole con i forti - ha aggiunto Salvatore Attanasio - in Congo quando gli imputati erano 5 disgraziati, lo Stato italiano si è presentato come parte civile. Qui di fronte a un’organizzazione potente come quella delle Nazioni Unite, lo Stato fugge”. La famiglia Attanasio ha fatto sapere di aver accettato il risarcimento del Pam, “per il futuro delle tre figlie di Luca”, decidendo così di non costituirsi parte civile nel processo. I familiari del carabiniere Vittorio Iacovacci, invece, hanno rifiutato e restano quindi parti civili nel procedimento.

Il dato importante è che per la prima volta oggi si è parlato dell’immunità - ha dichiarato Fabio Curcio, avvocato della famiglia Attanasio - che è una questione dirimente e altamente importante”. Immunità diplomatica di cui godrebbero i dipendenti dell’agenzia dell’Onu e quindi anche Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza, imputati nel processo e accusati di omicidio colposo. Alla prossima udienza, fissata per il 14 settembre, il giudice dovrebbe decidere in merito. Durante la mattinata, all’esterno del tribunale, l’Aoi, associazione delle Ong italiane e Focsiv, federazione degli organismi di volontariato internazionale, hanno organizzato un presidio per testimoniare la loro vicinanza e la piena solidarietà alle famiglie delle vittime.

Foto © Imagoeconomica

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