Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Lucas Gabriel Martins
Brasile tra la pandemia ed il colpo di stato militare

Dall'inizio della pandemia, la carica di ministro della salute è un campo minato, sia per quanto riguarda il distanziamento sociale che per l'uso dell’idrossiclorochina per combattere il virus in pazienti con sintomi lievi della malattia. Infatti, i due medici che hanno ricoperto l’incarico hanno perso il braccio di ferro contro il Presidente Jair Bolsonaro che vuole la propria onnipresenza al potere.
Con la carica di ministro della sanità vacante da 20 giorni, in Brasile le morti per Covid-19 mercoledì 3 giugno hanno superato i 1.300 decessi. Lo stesso giorno, Eduardo Pazuello, un generale militare in servizio attivo che prima di andare in Brasilia, era al comando della 12ª Regione Militare dell'Amazzonia a Manaus, ha assunto ufficialmente l’incarico di ministro della sanità del governo Bolsonaro, senza avere alcuna esperienza nel campo della salute e sulle questioni tecniche. Eduardo, come buon ministro, è un gran paracadutista.
Il Brasile sta andando verso la più grande crisi pandemica ed economica della sua storia generata dal Covid-19 e dalla negligenza del Presidente Jair Bolsonaro che innumerevole volte ha minimizzato il pericolo del virus, l'efficacia del distanziamento sociale e della quarantena obbligatoria. Come se tutto ciò non bastasse, il colpo di stato militare da lungo tempo agognato da Bolsonaro è alle porte del Brasile. Potrebbe non riuscirci, ma ora, tutto il suo impegno come presidente è mirato a cercare di consolidarlo, come sta dimostrando da tempo, presenziando alle riunioni e alle manifestazioni antidemocratiche degli ultimi giorni.
Nel 2018 il popolo brasiliano pensò di aver eletto Jair "Mesías" Bolsonaro alla Presidenza, ma in realtà, oltre Bolsonaro, stavano eleggendo anche i suoi 3 figli, Eduardo, Flavio e Carlos, una sorta di clan che attualmente governa il paese. In campagna elettorale non sono mancati gli avvertimenti, ma nessuno ha voluto ascoltare. Tutti sapevamo che Bolsonaro era apertamente favorevole alla dittatura e alla tortura, che era razzista e omofobo, ma questo non importava, l’unica cosa che contava era che il "Messia", con la sua "nuova politica", salvasse il paese brasiliano dalla corruzione. Un enorme inganno.
Adesso sappiamo che Bolsonaro di anticorruzione e nuova politica non ha proprio niente. La sua interferenza nelle indagini della Polizia Federale per difendere i suoi figli dall'accusa di coinvolgimento in un’enorme operazione di riciclaggio di denaro sporco e di aver finanziato il cosiddetto "gruppo dell'odio”, un gruppo creato per la diffusione di fakenews in tutto il paese, è evidente e provata dall’ex ministro della giustizia Sergio Moro, dopo le proprie dimissioni dall’incarico, come ho scritto in un precedente articolo.
Bolsonaro in un anno e mezzo di presidenza non ha fatto altro che tentare di chiudere il Congresso Nazionale e la Corte Suprema Federale, con discorsi e attacchi sistematici ai poteri dello Stato Democratico e al presidente della Camera di Deputati Rodrigo Maia, affermando inoltre di non tollerare più alcuna decisione contro il potere esecutivo, e asserendo più volte di avere il sostegno delle forze armate, cosa successivamente smentita dallo stesso comandante dell'esercito, il Generale Edson Leal Pujol che ora rischia di essere sostituito.
Per evitare la sua destituzione, Bolsonaro ha trasformato il Palacio de Alvorada (residenza ufficiale del Presidente), in un ambiente d'affari. Ora distribuisce incarichi e denaro tra politici condannati coinvolti nello scandalo del Mensalão e dell'operazione Lava Jato, entrambe reti di corruzione e tangenti, fa affari con il cosiddetto "Centrão", un insieme di partiti politici che non hanno un orientamento ideologico ma mirano soltanto a garantirsi una certa vicinanza al potere esecutivo affinché sia garante dei loro vantaggi e privilegi, fatto criticato da Bolsonaro prima della sua elezione, ma questo tipo di trattative non è cambiato per niente.
L'ex-detenuto e ex-deputato, Roberto Jefferson, apparso in un video con un fucile in mano, chiedendo a Bolsonaro di rimuovere gli 11 ministri del STF (Corte Suprema Federale), e di mettere politici ‘bolsonaristi’ ad occupare quegli incarichi, oltre a suggerire un colpo contro il STF, la più alta rappresentanza del potere giudiziario, adesso è il suo nuovo portavoce.
Ha inoltre pubblicato un video con una frase attribuita al dittatore fascista Mussolini. "Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da agnello". Bolsonaro è stato presente nuovamente ad una manifestazione antidemocratica e questa volta, alla Kin Jong-un, si è presentato a cavallo tra i suoi sostenitori che chiedevano di nuovo la chiusura del Congresso Nazionale e del STF.
Domenica scorsa, migliaia di persone e gruppi antifascisti delle tifoserie di varie squadre di calcio, si sono organizzati per protestare per le strade di San Pablo contro l'escalation autoritaria di Bolsonaro e i leader di diversi settori sociali stanno convocando nuove manifestazioni, ma questa potrebbe essere la scusa perfetta per gli infiltrati per generare il caos e giustificare così che le forze armate decretino il coprifuoco, uno scenario perfetto per Bolsonaro.
Lunedì 2 Giugno, il deputato di San Pablo, Douglas García, appartenente al vecchio partito di Bolsonaro (PSL), ha diffuso sui suoi social una richiesta ai suoi seguaci di inviargli i dati dei manifestanti e dei membri dei movimenti antifascisti che si sono riuniti nei vari luoghi, con l'intenzione di presentare un elenco con questi dati alla Procura della repubblica, accusandoli di essere un gruppo terroristico. I valori si sono invertiti.
Allo stesso tempo, mentre il paese deve lottare contro il Covid-19, si trova a lottare anche contro un'enorme escalation fascista che nel 2020 sembra aver raggiunto il livello successivo.
Ora il colpo di stato è più che annunciato.
(5 giugno 2020)

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos