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L’operazione di sabotaggio sarebbe avvenuta durante un’esercitazione NATO con C4: Washington smentisce: “Una totale invenzione”

Secondo il giornalista investigativo Hersh Seymour, considerato “il più grande reporter investigativo americano”, lo scorso giugno i sommozzatori della US Navy, sotto copertura di un’esercitazione militare, avrebbero piantato esplosivi sui gasdotti Nord Stream che rifornivano la Germania dalla Russia, e che successivamente sarebbero stati fatti saltare in aria tre mesi dopo, il 26 settembre.

Secondo Hersh l’esplosione dei gasdotti del Nord Stream avvenuta l’anno scorso è da attribuirsi ad una operazione tra la Casa Bianca e la Cia con la collaborazione della Norvegia. Hersh è stato vincitore del premio Pulitzer per le sue inchieste riguardanti l’ambito militare, recentemente ha pubblicato l’esito della sua inchiesta riguardo al caso dei gasdotti a seguito della cui diffusione sui media, è stata prontamente smentita dalla Casa Bianca e dalla Cia: “Questo è completamente falso, una totale invenzione”, hanno dichiarato al riguardo le portavoce di presidenza USA e dell’agenzia di intelligence, Adrienne Watson e Tammy Thorp. Le indagini ufficiali sulla manomissione dei due gasdotti gestiti dalla società russa Gazprom non hanno per ora identificato alcun responsabile.

Nel rapporto scritto da Hersh sulla piattaforma Substack, si afferma che l’intera operazione è stata effettuata “sotto la copertura di un’esercitazione NATO di metà estate ampiamente pubblicizzata nota come Baltic Operations 22 o BALTOPS 22” condotta proprio nella costa di mare tedesca vicino ai gasdotti; sempre secondo Hersh la decisione di Biden di sabotare i gasdotti sarebbe arrivata dopo 9 mesi di pianificazione top secret.


seymour hersh wiki

Il giornalista investigativo, Hersh Seymour by Institute for Policy Studies


Citando una fonte anonima con presunta “conoscenza diretta della pianificazione” il giornalista racconta come i sommozzatori del Diving and Salvage Center della US Navy di Panama City, in Florida, avrebbero piazzato esplosivo plastico C4 lungo i gasdotti, esplosivo che sarebbe poi stato attivato da una boa sonar sganciata da un aereo; secondo Hersh l’aereo che ha effettuato lo sgancio della boa era un P8 Poseidon della marina norvegese che ha sorvolato quell’area il 26 settembre in un “volo apparentemente di routine”, il segnale della boa avrebbe raggiunto prima il Nord Stream 2 e poi il Nord Stream 1.

Hersh ha 85 anni e scrive attualmente per la rivista New Yorker, durante la sua carriera ha scritto di diverse storie come l’eccidio di massa di 500 civili a My Lai in Vietnam o le torture della prigione di Abu Ghraib in Iraq. È considerato “il più grande reporter investigativo americano”, recentemente ha ricevuto diverse critiche per via del suo ripetuto ricorso a fonti anonime senza prove concrete per le inchieste che portava avanti.

Il giornalista fa mente locale anche sull’attitudine ostile degli statunitensi riguardo all’entrata in funzione del Nord Stream 2, che loro vedevano come un avvicinamento tra Berlino e Mosca e un conseguente aumento di guadagno per la Russia; poco prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio scorso, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden affermò che se Mosca avesse invaso non ci sarebbe stato più il Nord Stream 2, proseguendo con: “Porremo fine a tutto ciò”. La scorsa settimana il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che l’attacco proveniva dagli USA, mentre precedentemente Mosca aveva accusato la marina britannica di aver compiuto il sabotaggio. Inizialmente si sospettava che la Russia potesse essere stata responsabile dell’attacco, dato che la distruzione dei gasdotti avrebbe sicuramente messo in crisi le infrastrutture energetiche dell’intera Europa e quindi sarebbe stato un ulteriore elemento di pressione sui paesi EU, tuttavia 23 diplomatici e 9 membri dell’intelligence di diversi paesi occidentali dichiararono al Washington post che non vi erano sufficienti prove che potessero collegare la Russia all’attacco.

Foto di copertina © Ministero della Difesa danese

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