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Il pontefice si è rivolto alle Nazioni Unite chiedendo il raggiungimento di un'alleanza

In questi giorni i rappresentanti pontifici si sono riuniti in occasione dell’incontro triennale al Vaticano. Durante l’evento Papa Francesco ha invitato il corpo diplomatico dello Stato del Vaticano a prestare attenzione sull’Ucraina che considera l’epicentro di una crisi che porterà a gravi conseguenze economiche e sociali. Il Papa ha sempre parlato di “terza guerra mondiale a pezzi”, ossia una guerra che viene combattuta su più fronti, ma che vede coinvolte sempre le stesse parti politiche.
Durante l’udienza Bergoglio ha affermato che ci saranno “pesanti conseguenze economiche e sociali” e rivolgendosi ai nunzi apostolici li ha definiti testimoni di questa guerra a pezzi “Voi ne siete testimoni nei luoghi in cui state svolgendo la vostra missione”. Dopo l’attacco russo all’Ucraina la preoccupazione del Papa è aumentata e infatti ha dichiarato che la terza guerra mondiale è “incominciata a pezzi e adesso sembra che non sarà a pezzi”.
Il pontefice ha posto l’attenzione sulla violazione del diritto internazionale avvenuta in Ucraina, posizionandosi per la seconda volta contro Kiev, già dopo l’omicidio di Daria Dugina Bergoglio aveva ricordato la ragazza e aveva mostrato l’accaduto come “la pazzia della guerra”. Kiev, scontenta della posizione del pontefice, ha risposto attraverso il Ministero degli Esteri ucraino che ha dichiarato “le parole del pontefice equiparano ingiustamente l’aggressore e la vittima”.
Il direttore del “Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede” ha sottolineato che il Papa “non è mai stato ‘equidistante’: ha condannato con parole nette l’aggressione perpetrata dalla Russia. È stato piuttosto ‘equivicino’, cioè vicino a tutti coloro che soffrono per le conseguenze della guerra, in primo luogo la popolazione innocente dell’Ucraina che muore sotto le bombe russe”.
Il Papa in ultimo si è anche rivolto a Audrey Azoulay, direttrice dell’UNESCO, chiedendo il raggiungimento di un’alleanza che porti a “pace, giustizia e accoglienza tra tutti i popoli della famiglia umana e dialogo tra le religioni”, per mezzo di “una sana antropologia, altri modi di intendere l’economia, la politica, la crescita e il progresso”.

Foto © Imagoeconomica

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