La reazione del Cremlino: “Sogni folli e paranoici”. Tajani: “Così si rischia terza guerra mondiale”. L’ex capo dello spionaggio britannico: “siamo già in guerra”
A Parigi tuonano ancora venti di guerra, dopo che il presidente francese Emmanuel Macron, in un'intervista televisiva, ha messo in guardia le potenze occidentali dal mostrare qualsiasi segno di debolezza nei confronti della Russia, ribadendo la sua posizione secondo cui l’invio di truppe in Ucraina non dovrebbe essere escluso.
"Se la Russia vincesse questa guerra, la credibilità dell'Europa sarà ridotta a zero... Se la guerra si diffondesse in Europa, la colpa sarebbe della Russia", ha affermato il capo dell'Eliseo, ribadendo che, anche se non è ancora concreto lo scenario di uno scontro diretto con truppe europee sul posto, “tutte queste opzioni sono possibili”.
“Due anni fa abbiamo detto che non avremo mai mandato i carri armati. Li abbiamo mandati. Due anni fa abbiamo detto che non avremo mai inviato i missili a medio raggio. Li abbiamo mandati. Abbiamo detto che non avremo mai mandato aerei. Alcuni stanno per mandarli… Abbiamo posto troppi limiti se così si può dire al nostro vocabolario”, ha continuano Macron, proseguendo subito dopo con una serie di asserzioni sibilline.
“Non siamo in un’escalation, non siamo in guerra con la Russia, dobbiamo semplicemente essere chiari: non dobbiamo permettere che la Russia vinca… Non condurremo mai un’offensiva, non prenderemo mai l’iniziativa, la Francia è una forza di pace, ma oggi per avere la pace in Ucraina non dobbiamo essere deboli. Dobbiamo guardare con lucidità alla situazione e dire con autodeterminazione, volontà e coraggio che siamo pronti ad usare i mezzi per raggiungere il nostro obiettivo”, ha aggiunto il presidente francese, concludendo che in caso di vittoria Putin, certamente, “non si fermerebbe”.
I toni infuocati di Macron hanno subito trovato un riverbero pericoloso nei Paesi baltici. Il presidente della Lettonia Edgars Rinkevichs, ha addirittura chiesto di “distruggere la Russia”.
"Sostengo pienamente Macron: non dobbiamo tracciare linee rosse per noi stessi, dobbiamo tracciare linee rosse per la Russia e non dobbiamo aver paura di farle rispettare. L'Ucraina deve vincere, la Russia deve essere sconfitta. Russia delenda est! (La Russia deve essere distrutto)", ha scritto sul suo profilo.
Il primo ministro estone, Kaja Kallas, si è spinto ancora oltre, dichiarando di non poter garantire di rifiutare l’invio di unità delle forze di difesa estoni in Ucraina.
“Non faccio tali promesse perché le circostanze potrebbero cambiare. Dalla tua interpretazione, sembra che l’interferenza possa essere qualsiasi cosa. Anche il nostro aiuto militare all’Ucraina potrebbe essere percepito dalla Federazione Russa come un’interferenza, perché vogliamo davvero che l’Ucraina vinca, noi vogliamo davvero che la Russia perda e ritorni ai suoi confini”, ha spiegato Kallas.
La Russia ha immediatamente replicato a questi moniti, definendoli, per bocca del capo dei servizi segreti esteri russi, Sergei Naryshkin “sogni folli e paranoici”.
Subito dopo è intervenuto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, osservando che Parigi, evidentemente, non è contraria ad aumentare il grado di coinvolgimento del conflitto.
"Stiamo leggendo queste dichiarazioni di Macron. Il fatto che la Russia sia un nemico, sì, per la Francia, è ovvio. In realtà, perché la Francia è già coinvolta nella guerra in Ucraina. Partecipa indirettamente a questa guerra, e a giudicare dalle dichiarazioni del signor Presidente, non mi dispiacerebbe aumentare il grado del suo coinvolgimento”, ha osservato Peskov.
Nel mentre, l’Italia si smarca ancora e prende le distanze dai toni bellicosi di Parigi. Si è espresso nel merito il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “I nostri militari fanno bene quello che fanno nel Mar Rosso a proteggere le nostre navi, fanno bene quello che fanno in Libano, in Africa, in Iraq. I nostri militari sono portatori di pace, garanzia e libertà. Noi non siamo in guerra con la Russia” ha detto il vicepremier, parlando con Bruno Vespa a LetExpo, evocando tuttavia, i facili ossimori propagandistici che ancora ci propinano guerre illegali come fraterne missioni di pace.
Scenari di glaciale realismo arrivano invece da Londra, dove l’ex capo dell’intelligence britannica MI6 Richard Dearlove ha rilasciato dichiarazioni sconcertanti sullo scontro che si sta concretizzando con Mosca in Ucraina.
"Se fermassi qualcuno per strada qui nel Regno Unito e gli chiedessi se pensa che siamo in guerra, ti guarderebbero come se fossi pazzo. Ma siamo in guerra, stiamo combattendo una guerra grigia con la Russia, e io sto cercando di ricordarlo alla gente", ha affermato, criticando il basso livello di spese per la difesa britannica.
“Dobbiamo fare alcune scelte difficili, e temo che le scelte difficili siano davanti a noi proprio adesso. Dovremmo spendere almeno il 2,5% - ha continuato - Abbiamo urgentemente bisogno di costruire più navi. Abbiamo bisogno di una marina molto più grande. E abbiamo bisogno di più uomini sul campo, per l'amor di Dio".
Solo pochi giorni fa il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva ammesso che già le forze francesi e britanniche stavano operando con missili da crociera che sono apparentemente sotto il controllo ucraino.
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