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“Messina Denaro? Non si può stare trent'anni latitante" se "non godi di altre e di alte protezioni"

Il biennio stragista, la latitanza di Matteo Messina Denaro e la sentenza di Appello del processo Trattativa Stato - Mafia. Sono stati questi gli argomenti trattati dal consigliere togato del Csm Nino Di Matteo a Visione Tv, intervistato dal conduttore Francesco Toscano. Durante il programma è stato presentato anche il suo ultimo libro, "Il Patto sporco e il silenzio", redatto insieme al giornalista e scrittore Saverio Lodato.
"Guai a pensare" che "Giovanni Falcone e Paolo Borsellino siano stati uccisi soltanto per un motivo di vendetta. I motivi che hanno spinto quelle stragi, come quelle del '93, sono ben più ampi e hanno riguardato anche intenti di natura politica e di Cosa Nostra", ha detto Di Matteo. Il magistrato ha anche parlato della strage di via d'Amelio dicendo che "sarebbe un errore pensare che tutti i misteri di via d'Amelio si esauriscano alla vicenda Scarantino". "I misteri sono molto più numerosi e pregnanti, a partire dalla sparizione della Agenda Rossa". "Certe volte dire 'non sappiamo nulla della strage di via d'Amelio' è funzionale' a non andare avanti. Perché in realtà nonostante gli errori commessi e le altre vicende alterne, non è vero che non sappiamo nulla. Sappiamo tanto. Forse a parere di qualcuno sappiamo troppo. E quindi è un approccio sbagliato dire 'non sappiamo nulla, sono stati buttati via trent'anni di indagini e di processi".


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"Oggi - ha continuato - ci sono troppe persone che vorrebbero definitivamente archiviare quelle indagini e quei processi: il processo sulla trattativa Stato - Mafia, le indagini sui mandanti occulti delle stragi. È come se la politica, ma non solo la politica, e il Potere volessero definitivamente archiviare quei fatti".
"In passato sempre con Antonio Ingroia sono stato il pm che ha sostenuto in giudizio, dopo indagini veramente molto complesse e difficoltose, che Provenzano fosse stato protetto da parte dello Stato. Oggi questa sentenza della Trattativa Stato-Mafia in Appello lo afferma. Afferma che ad un certo punto c'era un interesse nazionale affinché fosse garantita la latitanza di Provenzano. In quel momento era conveniente per lo Stato un Provenzano libero piuttosto che un Provenzano dietro le sbarre".
E poi ancora, la latitanza di Matteo Messina Denaro, la primula rossa di Castelvetrano: "Non si può stare trent'anni latitante" se "non godi di altre e di alte protezioni" ha concluso Di Matteo.

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