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Il consulente del Dipartimento di Stato Usa. Inghilterra, Francia e i paesi del Nord Europa “dovranno presto inviare soldati o accetteranno una sconfitta catastrofica”

Da diverse settimane, un susseguirsi di dichiarazioni scomposte di leader europei ed alti funzionari occidentali, lasciano presagire quella che sta diventando una realtà lentamente assimilata dall'opinione pubblica occidentale: i paesi europei entreranno in guerra con la Russia in Ucraina. A ribadirlo questa volta è stato il consulente del Dipartimento di Stato Usa Edward Luttwak (in foto), spiegando, in un articolo pubblicato sulla rivista UnHerd, che i preparativi per un intervento Nato nel Paese sono già in divenire, mentre la dottrina nucleare russa scongiurerebbe l'eventualità di un'escalation incontrollata del conflitto.
"Quando il cane da attacco più forte di Putin, Dmitry Medvedev, ha iniziato ad abbaiare sull’uso di armi nucleari “tattiche” dopo il fallimento dell’invasione russa iniziale nel 2022, sono stati solo i giornalisti meno competenti e quelli obbedienti a Mosca a fare eco ai suoi avvertimenti. Alla fine, dopo diversi mesi di questa follia, Putin è uscito allo scoperto e lo ha detto: la Russia utilizzerà le armi nucleari solo “quando l’esistenza stessa dello Stato sarà messa in pericolo” – intendendo con una corrispondente minaccia nucleare", scrive Luttwak, omettendo tuttavia che una risposta a minacce contro l'integrità territoriale russa si applica anche ad un'ipotetica guerra convenzionale diretta alle regioni del Donbass, annesse recentemente da Mosca.
È probabile che il reale obiettivo strategico consista nel tenere impegnata la Russia in una guerra permanente il cui onere sarà ora scaricato interamente sull'Europa, pronta a fornire nuova carne da cannone sulla scia del crescente disimpegno Usa. Già due anni fa il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, aveva affermato che una delle finalità degli Stati Uniti nell’aiutare l’Ucraina è “vedere la Russia indebolita” in modo che non possa condurre ulteriori guerre in futuro. Un traguardo che tuttavia entra nettamente in contrasto con le esigenze umanitarie di salvaguardare il popolo ucraino, come evidenziato anche dall’ex vicesegretario alla Difesa per gli affari di sicurezza internazionale Chas Freeman, in quanto richiede un conflitto prolungato che consumi fino allo stremo uomini e risorse del Paese difensore. Ma i leader d’oltreoceano non si fanno evidentemente scrupoli nel fomentare una guerra che permette di fare pressione su Mosca, garantendo al 90% dei fondi stanziati in aiuti militari di tornare alle industrie belliche statunitensi che investono in nuovi impianti produttivi, creando posti di lavoro.
Tuttavia, si è oramai arrivati al punto che “il capitale umano” ucraino non è più sufficiente con il Paese prossimo a soccombere militarmente, a detta di alti ufficiali ucraini, interpellati da Politico. Se anche fossero inviati più cannoni e missili "ciò che sta costringendo Kiev a ritirarsi passo dopo passo non è la mancanza di potenza di fuoco, ma la mancanza di soldati", scrive ancora il funzionario Usa, spiegando che la coscrizione obbligatoria in Ucraina iniziava solo all’età di 27 anni, a differenza della norma globale di 18 anni.
Zelensky ora l’ha ridotta a 25; ma con molti ucraini esentati dal servizio, le sue forze armate totali ammontano a meno di 800.000 effettivi attivi”, ha continuato, precisando che il totale delle sue truppe è ancora troppo basso per una popolazione che, secondo la maggior parte delle stime, supera i 30 milioni, considerando che Israele può rapidamente schierare un esercito di circa 600.000 uomini su una popolazione di circa 8 milioni. Al contrario la Russia “non ha nemmeno bisogno di inviare le sue migliori truppe per raggiungere questo obiettivo”, in quanto disporrebbe di un elevato numero di soldati volontari a contratto attratti da una buona paga, o prigionieri russi che scontano condanne penali ordinarie, reclutati direttamente dalle loro celle di prigione. Indipendentemente dalla qualità, però, l’esercito russo supera già quello ucraino e il divario diventa ogni giorno più ampio”, continua il consulente del dipartimento di Stato.
Questo divario ormai insanabile rende dunque necessario che “i paesi della NATO dovranno presto inviare soldati in Ucraina, altrimenti accetteranno una sconfitta catastrofica”, scrive Luttwak, sostenendo che si tratta di un’aritmetica inevitabile, ma i preparativi sono già predisposti. “Gli inglesi e i francesi, insieme ai paesi nordici, si stanno già preparando silenziosamente a inviare truppe – sia piccole unità d’élite che personale logistico e di supporto – che possano rimanere lontane dal fronte”, afferma il funzionario, spiegando che questi ultimi potrebbero svolgere un ruolo essenziale rilasciando i loro omologhi ucraini per la riqualificazione in ruoli di combattimento.


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In sostanza gli europei devono prepararsi ad imbracciare le armi. Con la Cina sempre più vicina ad un attacco a Taiwan, secondo Luttwak, gli Stati Uniti non possono fornire più truppe delle circa 40.000 già presenti in Europa. “Per gli altri membri della Nato, soprattutto per i più popolosi: Germania, Francia, Italia e Spagna, si prospetta quindi una decisione importante”. Tradotto: armiamoci e partite.
Nel frattempo il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha dichiarato che l'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico creerà una missione per sostenere l'Ucraina.
"Abbiamo preso la decisione di istituire una missione NATO (sull'Ucraina – ndr). Ciò non significa che stiamo entrando in guerra, ma piuttosto che ora saremo in grado di utilizzare le capacità di coordinamento, formazione e pianificazione della NATO per sostenere (l’Ucraina) in un modo migliore", ha affermato sul social network X, dopo un incontro dei massimi diplomatici della NATO a Bruxelles. L’apri-fila della svolta bellicista europea era presidente francese Emmanuel Macron che in una dichiarazione del 26 febbraio non aveva escluso l’invio di truppe nel teatro bellico.
Dall’altro lato del fronte il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha annunciato che "di fatto" le "relazioni" tra Russia e Nato "sono ormai scivolate al livello di un confronto direttoIn effetti i Paesi della Nato, l'Alleanza stessa, è già coinvolta nel conflitto in Ucraina. La Nato continua il suo movimento verso i nostri confini, l'espansione delle sue infrastrutture militari verso i nostri confini", ha affermato Peskov, citato da Tass.
Che l’Ucraina si trasformi presto nell’intera Europa, consegnata ad un futuro di devastazione come teatro di guerra permanente, sembra ormai solo questione di tempo.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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