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Il Procuratore di Palermo al congresso di Area Democratica per la Giustizia

"Con l'arresto del boss Matteo Messina Denaro lo Stato ha messo a segno una vittoria importante, ma la lotta alla mafia è tutt'altro che conclusa". Il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia ha parlato al congresso nazionale di Area Democratica per la Giustizia, la corrente progressista della magistratura riunita nel capoluogo siciliano. Si è rivolto ai colleghi presenti, ma anche ai politici invitati al dibattito: la segretaria del Pd Elly Schlein, la responsabile giustizia del partito Debora Serracchiani e il leader del M5S Giuseppe Conte. "Certamente la cattura di Messina Denaro ha segnato la chiusura di un ciclo, ma nessuno deve pensare che rappresenti la fine della lotta alla mafia", ha ribadito il magistrato. "Dallo stesso giorno dell'arresto di Messina Denaro - ha spiegato - abbiamo intercettato conversazioni che dimostrano come i clan abbiano cominciato a rielaborare strategie". "Noi ci siamo, siamo più forti della mafia - ha concluso - ma dobbiamo avere la consapevolezza di quel che può accadere".

Nel lungo intervento Maurizio de Lucia non ha parlato solo criminalità organizzata. "Il vero tema è quello delle risorse - ha spiegato il magistrato parlando dei mali della giustizia - ci sono 1500 magistrati in meno. Come potrebbe mai funzionare un sistema accusatorio con questi numeri? E poi ci sono carenze nel personale amministrativo e non bastano le assunzioni perché il personale va formato". "Altro punto importante - ha aggiunto richiamando l'importanza degli investimenti in campo tecnologico nel settore giustizia - è poi razionalizzarle le risorse. Inutile aprire tanti piccoli tribunali. Sotto un certo numero di magistrati i tribunali non funzionano. Accorpiamoli, non apriamone di altri, altrimenti faremo tante inaugurazioni ma non faremo i processi". De Lucia ha anche sottolineato la necessità di lasciare il controllo delle indagini e quindi della polizia giudiziaria ai pubblici ministeri. "Una polizia giudiziaria che non dipende dal pm - ha spiegato - è debole davanti all'esecutivo"; "non dimentichiamo che senza questo modello organizzativo tanti risultati nella lotta alla mafia non sarebbero stati raggiunti". E poi ancora sulla bulimia di riforme: "Sono anni che assistiamo a riforme: dall'abuso d'ufficio, alle intercettazioni, alla prescrizione ma io credo che qualunque sistema abbia bisogno di assestarsi prima di cambiare per l'ennesima volta. Serve una sorta di fermo biologico. Prima bisogna vedere se le riforme funzionano poi eventualmente fare dei cambiamenti".

Foto © Paolo Bassani

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