Scarpinato: “Propaganda del governo e della maggioranza si scioglie come neve al sole”
“Dal 2020, cioè con la nuova legge, non abbiamo registrato alcuna violazione della privacy” ha dichiarato Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità garante per la privacy intervenuto in commissione Giustizia al Senato durante l’indagine conoscitiva sulle intercettazioni avviata da qualche settimana dalla commissione presieduta da Giulia Bongiorno.
"La nuova normativa sulle intercettazioni in vigore dal 2020 funziona bene rispetto al pericolo di pubblicazioni illegittime sui giornali di contenuti processualmente irrilevanti lesivi della privacy. Infatti, dalla sua entrata in vigore l'Autorità non ha registrato alcuna violazione. Inoltre, Stanzione ha aggiunto che anziché intervenire di nuovo su una legge che sta mostrando di funzionare, è più opportuno verificarne a pieno gli effetti. Si scioglie come neve al sole la propaganda con cui il governo e la maggioranza nascondono la loro vera intenzione: delegittimare e indebolire il mezzo investigativo delle intercettazioni, che insieme ai collaboratori di giustizia sono l'unico strumento nelle mani dei magistrati per individuare i reati dei colletti bianchi" ha affermato il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Scarpinato.
Con i dati forniti dal Garante della privacy sono state così ridimensionate le motivazioni mosse dal ministro della giustizia Carlo Nordio che aveva annunciato nei giorni scorsi l'ennesima stretta sulle intercettazioni con gli abusi delle pubblicazioni illegittime sui giornali.
Scarpinato, durante la seduta della Commissione, si è rivolto a Stanzione chiedendogli: “Tenuto conto che l’Autorità può intervenire su esposto, ma anche di sua iniziativa, quanti casi di violazione della privacy avete registrato dopo il 1º settembre 2020?”.
Il riferimento è alla data di entrata in vigore della legge sulle intercettazioni dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, che aveva integrato alcune indicazioni ereditate dal predecessore Andrea Orlando.
Stanzione ha risposto che “dal 2020 non registriamo nell’Authority alcun caso al riguardo. Non posso essere preciso, ma anche dal 2000 al 2020 non sono moltissime” ha detto ricordando che gli abusi sarebbero puniti con sanzioni “fino a 20 milioni di euro o al 4 per cento del fatturato” della testata. Scarpinato, riportando un dato alla stampa, ha ipotizzato che i casi di violazione della privacy sarebbero “una ventina”.
Stanzione ha poi invocato “una riflessione del Parlamento” sull'utilizzo del trojan: “L’utilizzo di sistemi di cloud per l’archiviazione è pericoloso, la delocalizzazione dei server in territori non soggetti alla giurisdizione nazionale costituisce un vulnus nella tutela dei diritti”. La sua conclusione, però, è stata un suggerimento alla politica: “Si può anche ipotizzare di modulare diversamente il regime di pubblicità degli atti d’indagine, ma prima di murare un bilanciamento tra privacy e informazione è forse preferibile verificare tenuta ed effetti delle riforme recenti, ivi inclusa quella del 2021 sulla presunzione di innocenza”.
Mattarella: "Indipendenza della magistratura è pilastro della democrazia"
Non è un mistero che Giorgia Meloni sia imbarazzata per le parole di Nordio contro i magistrati che “vedono la mafia dappertutto” arrivate a due giorni dall’arresto del boss latitante Matteo Messina Denaro.
La frattura all'interno della maggioranza è evidente: con Matteo Salvini che ha preso le distanze dal Guardasigilli e dalle sue frasi contro i magistrati antimafia: “Spero che sia finito il tempo dei contrasti tra politica e magistratura - ha detto il vicepremier - C’è bisogno di serenità e tranquillità, la politica deve evitare lo scontro con la magistratura e viceversa”. Poi ha continuato: “Nordio giustamente mette paletti su alcuni abusi, ma spero che non ci siano polemiche con la magistratura che lavora con migliaia di persone per bene che sono in tribunale non per fare politica e non per intercettare a casaccio. Tutti abbassino i toni”.
Tuttavia c'è chi lo difende a spada tratta. Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia (e uomo che pagava la mafia come dicono le sentenze) ha sottolineato che "sostiene con assoluta convinzione le riforme annunciate dal ministro Nordio". "La riforma della giustizia è una delle ragioni per le quali è nato questo governo", ha detto.
Ma a fare veramente rumore sono state le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella durante la cerimonia di commiato del Csm (alla quale vi ha partecipato anche Nordio): “I compiti che la Costituzione e la legge affidano al Csm sono volti ad assicurare l’indipendenza della magistratura, pilastro della nostra democrazia e garantita dalla Costituzione”.
Una frase, questa, che può essere letta come un altro stop al Guardasigilli, contro cui sono già state raccolte quasi 150 mila firme per farlo dimettere.
Foto © Imagoeconomica
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