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"Mai come in questa contingenza economica è necessario affinare le tecniche di aggressione tempestiva dei patrimoni mafiosi, impedendone il riciclaggio, e monitorare con rinnovata ed efficace attenzione i tentativi dei clan di infiltrarsi ed impossessarsi della macchina amministrativa dei comuni".
Sono state queste le parole del questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, in occasione del 171esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato.
"Gli uffici operativi della Questura che si occupano del contrasto alla criminalità mafiosa - ha continuato - sono stati rinforzati ed alcune tecniche investigative e di prevenzione sono state rivisitate per metterle al passo con la sfida attuale. Ho recentemente informato il Signor Procuratore della Repubblica della creazione di nuclei investigativi all'interno dei commissariati distaccati, coordinati dalla squadra mobile, per raggiungere con le attività investigative della Questura anche i mandamenti mafiosi della provincia, nell'ottica di un potenziamento del contrasto su tutto il territorio provinciale". E ancora: "I dati complessivi ed i risultati operativi conseguiti dalla Questura di Palermo con tutte le sue articolazioni e da tutti gli uffici di specialità della Polizia di Stato nella provincia sono contenuti nella brochure che abbiamo consegnato alle testate giornalistiche e pertanto non mi intratterrò nella sterile elencazione di numeri, ma mi limiterò a richiamare le principali azioni strategiche di prevenzione in chiave di pubblica sicurezza e di contrasto alla criminalità". "I servizi straordinari di controllo del territorio definiti ad alto impatto iniziati a decorrere dal 13 gennaio 2021, stanno proseguendo con sistematicità e costanza in tutti i quartieri più problematici".
Laricchia ha anche posto l'accento sul traffico di sostanze stupefacenti: nella provincia di Palermo c'è una presenza, "tuttora importante e pervasiva", di elementi riconducibili alla criminalità organizzata, "che spesso sono complementari e si alimentano della marginalità sociale di una parte significativa della popolazione". E "il più importante business criminale su cui si regge Cosa nostra e che coinvolge anche gran parte della criminalità comune, il commercio di sostanze stupefacenti vede oggi una diffusione pervasiva soprattutto nelle giovani generazioni, nelle scuole e nei luoghi del divertimento".
L'uso di certe sostanze di crescente diffusione provoca, ha sottolineato, "danni irreversibili alla psiche ed i loro effetti si manifestano nelle nostre strade con devianze comportamentali di giovani e giovanissimi, che esplodono, con sempre maggiore frequenza, in atti di violenza inconsulta e fine a se stessa nei confronti di passanti o con azioni criminali di maggiore gravità". Tutte le operazioni antimafia degli ultimi anni, ha ribadito il questore, restituiscono un quadro dell'organizzazione criminale "dedita soprattutto al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti e, in alcuni quartieri, al racket sulle attività economiche, con frequenti e continui tentativi di riorganizzare gli organi di vertice e coordinamento, puntualmente individuati e contrastati dalla magistratura e dagli uffici investigativi delle forze di polizia attraverso centinaia di arresti e sequestri di patrimoni".

Foto © Imagoeconomica

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