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Il promotore del Movimento Agende Rosse: “Quando sento dire che la mafia è sconfitta mi cadono le braccia”

Oggi, la mafia è molto più pericolosa rispetto a prima perché ha cambiato strategia. La mafia oggi è diventata invisibile, si è trasformata in finanza e corruzione. Quando mi capita di sentire che è stata sconfitta, mi cadono le braccia”. A dirlo ai microfoni del Tg Plus di Cusano Tv è Salvatore Borsellino, attivista antimafia e fratello del giudice Paolo Borsellino, ucciso insieme agli uomini della scorta in via d’Amelio, a Palermo, il 19 luglio del ‘92. A pochi giorni dalla giornata nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il promotore del Movimento delle Agende Rosse ha evidenziato quanto le mafie, cambiando pelle come farebbe un serpente, siano riuscite ad andare ben oltre la semplice realtà fatta di agricoltura, pascoli e lupara, che per tantissimi anni ha caratterizzato dei territori apparentemente tranquilli come quelli dell’Italia meridionale. “Oggi - ha spiegato Borsellino - non esiste regione che all’interno del nostro Paese sia immune alla penetrazione della criminalità organizzata. Soprattutto, della ‘Ndrangheta, che da questo punto di vista è molto più invasiva e pericolosa perché fonda la sua azione anche all’interno delle amministrazioni. Le persone - ha proseguito - non comprendono tutto questo e pensano che il pericolo dovuto alla mafia sia svanito. Invece, anche se non ci sono più morti, è diventata molto più pericolosa di quanto lo fosse negli anni ‘90, quando si sono consumate le stragi”. Organizzazioni criminali, dunque, sempre più simili a multinazionali, impegnate a elaborare nuove strategie per aumentare affari e ricavi. Dall’altro lato, invece, la gente comune, che lentamente sembra perdere interesse per le insidie dovute alla criminalità organizzata. Un trend al ribasso che potrebbe spiegare, forse solo in parte, ciò che ultimamente sembra aver colpito anche le sentenze, sempre più assottigliate: basti pensare alle quasi 10.000 pagine di motivazioni emesse dai giudici di primo e secondo grado riguardo al processo sulla “trattativa Stato-mafia”, ridotte a poco più di 90 in Corte di Cassazione.


Le azioni di governo contro la criminalità organizzata

L’impegno c’è, ma soltanto a parole”. Con questa disamina è proseguito l’intervento di Salvatore Borsellino che, senza mezzi termini, ha valutato le azioni di governo contro la criminalità organizzata. “Le azioni di governo sono esattamente contrarie a quelle che sono le parole. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni - ha ribadito Borsellino - dice di ispirarsi a mio fratello Paolo. Intanto, distruggono e smantellano la legislazione che per vent'anni ha dato alla magistratura le armi che servivano per combattere la criminalità organizzata. A parole si magnificano le eredità lasciate da Paolo Borsellino; nel mentre, viene smantellato tutto quello che ha costituito il decreto Falcone, approvato grazie alla reazione dell’opinione pubblica e della politica soltanto dopo la strage di via d’Amelio”. E ancora: “Oggi, a mio avviso, si finge di osservare la decisione della Corte Europea riguardo al 41 bis, ergastolo ostativo e legge sui collaboratori di giustizia per attentare all’indipendenza della magistratura. La nostra legislazione antimafia è la migliore in Europa se non nel mondo. Dal momento che la criminalità organizzata ha superato i confini italiani e si è internazionalizzata, al contrario, bisognerebbe utilizzare questa stessa legislazione per crearne una comune per tutta l’Europa”.
Ospite di Cusano Tv anche il criminologo e giurista Vincenzo Musacchio, che parlando di infiltrazioni criminali ha detto: “La forza della mafia risiede nell'area grigia, nei professionisti, molti dei quali, oggi, si propongono alla mafia, mentre prima venivano ricercati”. E aggiunge: “Quando si parla di pubblica amministrazione, politica, economia e mafia, non possiamo più parlare di infiltrazioni, ma di integrazioni. Mafie e area grigia, tra di loro, si integrano in modo consensuale. Si tratta di un problema che un governo, uno Stato, e non solo a livello nazionale, ma anche europeo, dovrebbe provare a risolvere”. Infine, collegandosi alle parole pronunciate dal promotore del Movimento delle Agende Rosse, Musacchio ha sottolineato che “i livelli superiori” che sovrastano “le mafie di prim’ordine, in realtà, ancora non li conosciamo”. Anche per questo motivo Musacchio ha ricordato le parole pronunciate dai giudici Falcone e Borsellino: “Senza una cooperazione internazionale realmente efficace queste mafie non le sconfiggeremo mai”.

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