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L'intervento del conduttore di Report a Tor Bella Monaca per la presentazione del suo libro ‘La scelta’

"Bellissima esperienza ieri a Tor Bella Monaca con Alessandra Laterza, e la sua libreria 'Le Torri'. Dialogando con la collega Federica Meta, ho presentato "La scelta", edito da Bompiani, in una libreria indipendente simbolo di resilienza in una periferia tormentata ma dove ho trovato l'affetto e l'attenzione di tanta gente vera e appassionata." Così in un post su Facebook il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha raccontato l'evento tenutosi in viale Duilio Cambellotti 139. Il giornalista ha raccontato gli attacchi subiti da parte di politici, inclusi i tentativi di diffamazione e di danneggiamento della sua reputazione professionale: attacchi orchestrati attraverso dossier falsi e accuse infondate, mirando a mettere in discussione l'integrità sua e della trasmissione di Report. Ranucci ha ricordato che sono in corso di discussione in Parlamento una serie di "leggi liberticide che stanno per essere approvate. Sappiate che tra poco, se passeranno alcune leggi, non si sapranno i nomi, per esempio, degli arrestati, dei corrotti o dei corruttori, perché la legge impedirà di dare i nomi. Verrà impedito anche di dire con chi erano in contatto, cioè con quella parte politica, e quindi spariranno dall'informazione anche i nomi dei politici", ha detto il giornalista. Si tratta dell'ultimo disegno di legge voluto dal falco anti-pm Enrico Costa (di Azione). Ma "il cortocircuito più emblematico, forse più preoccupante, è quello che avverrà dal gennaio del 2025, quando entrerà in vigore la legge Cartabia, quella che fa scattare il meccanismo dell'improcedibilità, cioè quando un processo dura più di due anni in corte d'appello, più di un anno in cassazione, scatta la mannaia dell'improcedibilità e gli imputati potranno uscire definitivamente dal procedimento".


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La distruzione dell'informazione nell'Europa contemporanea

"L'Europa - ha ricordato Ranucci - ha visto ultimamente cinque giornalisti uccisi: da Daphne Caruana Galizia (Malta ndr), Peter R. de Vries in Olanda, un greco, due in Slovacchia, che sono stati uccisi mentre indagavano sui rapporti tra la politica e la criminalità organizzata." Eppure le misure a difesa dei professionisti dell'informazione sono sempre meno e il pericolo di una desertificazione del giornalismo è sempre più concreto. Ranucci ha voluto raccontare questo processo con un esempio: "Io finisco il libro parlando di 'Spoon River', che è un'antologia di personaggi particolari. Lo cito perché c'è un motivo di fondo. Tra questi personaggi c'era un bibliotecario che andava girando e aveva costruito una sorta di biblioteca, una libreria, diciamo così, itinerante, perché portava il sapere alla gente. Morto questo bibliotecario, la biblioteca itinerante è stata sgretolata, è stata disfatta. Ecco, mi piace immaginare la sua anima che si rivolta nell'oltretomba e si chiede il perché di perdere quella conoscenza, quando la conoscenza invece è fondamentale per conoscere il male del mondo. Se tu non conosci il male del mondo non puoi conoscere il bene. Se tu non conosci il falso non puoi conoscere il vero e viceversa. E noi credo che dobbiamo difenderci da questo, dobbiamo difendere il nostro spazio di libertà perché non dobbiamo consentire a nessuno di renderci infelici", ha detto.


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Falluja, l'attacco alle Torri Gemelle e le inchieste sul potere

Ranucci durante l'evento ha parlato di diversi episodi che hanno profondamente segnato la sua vita. In particolare il bombardamento di Falluja nel 2004, oggetto di manipolazione e falsificazione delle informazioni. Il giornalista, dopo aver ottenuto prove visive dell'uso del fosforo bianco, riuscì a far emergere la verità: "Abbiamo svolto un lavoro importantissimo che andrebbe fatto tutti i giorni nella nostra società, cioè il recupero della memoria. Avevamo recuperato le immagini realizzate del bombardamento al fosforo degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale, il bombardamento di Dresda, e avevamo visto che le vittime di quel bombardamento erano del tutto simili alle vittime di Falluja e avevano lo stesso tipo di ferite. Non solo, ma avevamo recuperato un documento desecretato dove il comando alleato vietava di parlare di fosforo bianco già allora, perché era un'arma controversa che avrebbe violato la convenzione di Ginevra. Addirittura, il responsabile delle forze armate, il responsabile delle agenzie di sicurezza americane, all'epoca, aveva aperto a Washington un ufficio per monitorare quello che mandava in onda la News 24, perché stava col filmato cambiando la percezione della guerra da parte degli statunitensi". Anche l'attacco contro le torri gemelle dell'11 settembre del 2001 è stato raccontato da Ranucci: "Sono stato tra i giornalisti fortunati ad arrivare immediatamente sul posto dell'abbattimento delle torri" ha detto. "È un'immagine che tutti voi ricorderete. Riesco a passare il cordone di sicurezza mostrando il tesserino Rai. Almeno pensavo di aver mostrato il tesserino, invece era la scheda elettronica dell'albergo, della chiave della stanza d'albergo. Questo già mi aveva fatto capire il livello di sicurezza. Entro in una palazzina che era lì vicino, entro e arrivo con l'ascensore all'ultimo piano. C'era una gioielleria che ha i gioielli, gli orologi, tutti ricoperti di polvere che era entrata dal sistema di condizionamento dell'aria, dopo che le torri erano crollate. C'era un signore che era lì da tre giorni, senza mangiare e senza dormire. Mi prese per mano senza neanche parlare e mi accompagnò alla finestra e mi fece vedere il cratere. Riuscii a girare delle immagini che poi facero il giro del mondo, ma quello che ho visto è qualcosa che non riuscirò mai a dimenticare. Sono le immagini dei brandelli umani sul cornicione della palazzina, che erano quelle delle persone che si erano buttate dalle torri per evitare il fuoco ed erano rimbalzate su questo cornicione. Poi c'erano gli odori, gli odori della carne bruciata, della plastica bruciata, che tu non riesci mai a trasmettere nelle inchieste televisive". E poi ancora: "Abbiamo affrontato delle inchieste particolarmente dure, alcune delle quali hanno rischiato di cambiare completamente la mia vita, e lì sono state importanti le scelte delle persone che ho avuto al mio fianco. Una di queste è stata nel 2014 su Flavio Tosi. Flavio Tosi, nel 2014, era considerato l'astro nascente della politica italiana". Ranucci venne accusato di star "realizzando un dossier falso su di lui": alla fine "Tosi è stato condannato per diffamazione in primo grado nei miei confronti. Il problema è che avevo pensato che questo caso si fosse risolto con quell'inchiesta che aveva perso parecchi compensi, ha cambiato partito e adesso è candidato alle regionali al Veneto come governatore, a testimonianza del corpo malato che coincide con la normalità", ha detto Ranucci.

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