Il 16 giugno 2022 il blitz della Dda aveva fatto emergere rapporti tra i Santapaola e i Nardo che avrebbero fatto affari nel narcotraffico e nel controllo del tessuto imprenditoriale
Si è concluso con condanne per oltre 400 anni di carcere per 47 imputati e sette assoluzioni il processo “Agorà”, celebrato col rito abbreviato. La sentenza è stata pronunciata dal gup Dora Catena. Il processo si è svolto sull'inchiesta “Agorà” della Dda della Procura etnea sui rapporti tra la 'famiglia' Santapaola di Catania e il clan Nardo di Lentini, entrambi appartenenti a Cosa nostra, che avrebbero fatto affari insieme, nel traffico di droga e nel controllo del tessuto imprenditoriale, ma avevano anche contrasti economici in settori di interesse comune. Dalle indagini di Carabinieri del Ros di Catania e del comando provinciale di Siracusa è nata la misura cautelare che il 16 giugno del 2022 ha portato all'arresto di 47 persone e alla notifica di un'ordinanza non restrittiva per altri nove indagati. Tra le condanne comminate: 11 anni e 8 mesi di reclusione a Gioacchino Francesco 'Gianfranco' La Rocca, figlio dello storico capomafia "Ciccio" deceduto nel dicembre 2020, venti anni a Salvatore Rinaldi, 19 anni e 4 mesi ad Antonino Guercio, 16 anni a Gesualdo Briganti, 14 anni e 6 mesi a Orazio Papale. Assolti Mario Brullo, Vincenzo Comparato, Francesco Giordano, Domenico Querulo, Egidio Russo e Gabriele Garasi. Il gup ha anche disposto la confisca della Cutrera onoranze funebri srl e del suo compendio aziendale, il dissequestro e la restituzione al legittimo proprietario dell'impresa individuale Salvatore Orefice e il risarcimento danni, da liquidarsi in separata sede, nei confronti dei Comuni di Vizzini e Caltagirone che si erano costituiti parte civile nel processo. Durante le indagini militari dell'Arma hanno sequestrato complessivamente 108 chili di marijuana, 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish. Secondo la Dda della Procura di Catania grazie alle indagini dei Carabinieri sarebbe stato anche "documentato come alcuni dipendenti del Comune di Caltagirone, non destinatari di provvedimento cautelare, ma indagati" avrebbero "'modellato i bandi per favorire aziende riconducibili a La Rocca".
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