Il 27 dicembre è morto Francesco Gattuso, detto “Ciccillo” (90enne) esponente di spicco della ‘Ndrangheta di Reggio Calabria con la ‘dote’ di “Stella”. Secondo quanto appurato con l’inchiesta “Crimine”, l’uomo era a capo della locale di Croce Valanidi, con compiti di direzione, organizzazione, decisione, pianificazione e individuazione delle azioni e delle strategie. In particolare, assunse le decisioni più rilevanti partecipando ai riti di affiliazione, curando rapporti con le altre articolazioni di ‘Ndrangheta, dirimendo i contrasti interni ed esterni alla locale di appartenenza. Gattuso è stato inoltre condannato alla pena di 13 anni di reclusione in qualità di soggetto apicale del sodalizio criminale. L’inchiesta ha poi documentato anche la sua presenza a Polsi, in occasione del summit svoltosi nel 2009. In quel caso, annotano i giudici di primo grado, era stata certificata la partecipazione di Gattuso che fu fatto sedere anche a capotavola, in concomitanza con altri elementi di indiscusso calibro criminale, ciò a testimoniare il peso dello stesso Gattuso.
Nel 2015 era stato scarcerato su istanza dei suoi difensori, proprio in virtù delle precarie condizioni di salute che avevano consigliato la prosecuzione della detenzione nella forma domiciliare, sebbene l’uomo fosse richiuso nel carcere di Milano in regime di 41-bis. Di lui riferì il pentito Consolato Villani: “Uno ‘ndranghetista diciamo alla vecchia maniera, con il vecchio stile, uno ‘ndranghetista che dove poteva mettere la pace badando sempre agli interessi della 'Ndrangheta stessa”.
Fonte: reggio.gazzettadelsud.it
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