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L’ex procuratore aggiunto di Palermo: “Con lui si chiude un’epoca ma la mafia non è finita, ha solo cambiato pelle”

"E' la chiusura di un'epoca e di una stagione che è stata tra le più terribili del nostro Paese. La stagione delle stragi, della trattativa, della compenetrazione tra mafia, associazioni, servizi segreti deviati, complicità”.

Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo, attualmente avvocato di numerosi famigliari di vittime di mafia, ha commentato così la morte del capo mafia di Cosa nostra di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. “Matteo Messina Denaro, più di qualsiasi altro latitante, più ancora di Riina e Provenzano, si può definire per quello che è emerso, per le coperture di cui ha goduto, un 'latitante di Stato’”, ha spiegato Ingroia. “Quindi con la sua morte si chiude certamente quella stagione e si perde una opzione in più di sapere la verità su quella terribile stagione”, ha detto a LaPresse l'ex pm.

"Penso che negli ultimi anni, anche a causa della sua malattia, Matteo Messina Denaro fosse abbastanza defilato ed emarginato dagli assetti criminali di Cosa nostra - ha proseguito -. Credo che fosse soprattutto custode dei segreti del passato piuttosto che protagonista delle strategie del potere". Quindi l'ex magistrato ha osservato: "Il più grande rischio che si è verificato fin dal momento dell'arresto di Matteo Messina Denaro, con l'enfatizzazione a mio parere eccessiva di Matteo Messina Denaro come capo di Cosa nostra, è che si possa pensare che con il suo arresto prima, e ora la morte, la mafia sia finita. Così non è”.

Secondo Ingroia, infatti, “la mafia è soltanto cambiata, ha cambiato pelle. E' una mafia più nascosta, più finanziaria”. A detta dell’ex magistrato, “la mafia stragista e militare di cui Matteo Messina Denaro è stato uno dei principali esponenti negli anni '90 oggi non c'è più, e questo è l'aspetto positivo. Ma anche lui poi si era trasformato, dedicandosi più ad una mafia finanziaria che alla mafia militare. La mafia di oggi ha contorni meno chiari, meno visibili - ha concluso Antonio Ingroia -. La mafia è più mimetizzata e quindi più inafferrabile".

Foto © Paolo Bassani

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