L’ex magistrato di Palermo: “Un trentennio di latitanza non cade dal cielo”
Matteo Messina Denaro è stato latitante per trent'anni, ma "un trentennio di latitanza non cade dal cielo se non è frutto di coperture di vario genere" come "le donne, ma le donne sono sintomo di una comunità, e quella comunità che aveva sostanzialmente aderito a quella subcultura del mito dell'assassino". "Poi ci sono state altre coperture per la quali la procura di Palermo ha indagato per anni e continuerà ad indagare. Coperture anche istituzionali". Così l'ex magistrato e ora avvocato Antonio Ingroia intervenendo ieri a Zona Bianca in merito alla cattura dell'ex primula rossa di Castelvetrano.
"Quello che è successo - ha continuato - è che più volte si è arrivati vicinissimi alla cattura di Matteo Messina Denaro ed è successo qualcosa. Matteo Messina Denaro qualcuno lo ha informato e questo qualcuno da dove veniva?".
"Non stai trent'anni latitante come ha detto Ingroia protetto" ha ribadito Tommaso Cerno, direttore de 'L'identità’: non è stata solo la mafia, o il cerchio di conoscenze, "ti protegge anche lo Stato in qualche modo" ha detto, c'è stata "una protezione che quando il boss era prendibili e lo ha avvisato" ha concluso.
Senza dubbio l'ex superlatitante è un boss sui generis in quanto, secondo Ingroia, appartiene "ad un altra generazione mafiosa". "Lo è stato sul piano economico. Si ed dedicato sopratutto al business".
Un punto di vista condiviso anche dalla giornalista Elvira Terranova, presente in trasmissione.
Matteo Messina Denaro però non si è limitato ad occuparsi di business: nel suo passato affiorano frequentazioni con diverse donne, di cui l'ultima con Laura Bonafede: Messina Denaro "ha avuto molte relazioni con molte donne contravvenendo, tra l'altro, al classico codice d'onore di Cosa nostra" ha detto Terranova.
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