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Il sostituto procuratore nazionale antimafia ai microfoni di Rai Radio 1

Matteo Messina Denaro "certamente sarebbe stato in grado di svelare i motivi per i quali vennero fatte le stragi. Soprattutto avrebbe potuto aiutare a comprendere come mai, improvvisamente, all'inizio del 1994, quella strategia stragista cessò. È sempre stato il personaggio centrale della mafia trapanese, quella che nel tempo ha intrattenuto rapporti con la massoneria, con parte importante della politica, quella che non può non essere stata a conoscenza di determinate vicende che riguardano fattori apparentemente esterni".
Così il sostituto procuratore nazionale antimafia e già consigliere togato del Csm Nino Di Matteo a Rai Radio 1.
Secondo il magistrato la latitanza di Messina Denaro è stata "troppo lunga per poter pensare che sia stata soltanto l'abilità del fuggiasco. Sicuramente avrà goduto di coperture importanti".
L'ex primula rossa di Castelvetrano è stato senza dubbio un protagonista di quella strategia di ‘sommersione’ che ha caratterizzato Cosa nostra dopo le stragi. Tuttavia è sbagliato pensare che il tritolo sia stato messo definitivamente da parte e l’ordine di colpire il magistrato Nino Di Matteo ne è la prova. ‘L’ordine di colpire Di Matteo resta operativo’ concludeva la Procura di Caltanissetta nell'indagine archiviata sul progetto di morte nei confronti del pm palermitano, al tempo uno dei magistrati dell'inchiesta ‘Trattativa Stato-Mafia’. C'era stata la condanna a morte del Capo dei capi Totò Riina (oggi deceduto), poi nel 2014 le dichiarazioni di Vito Galatolo sull'organizzazione dell'attentato, l'arrivo di 150 chili di tritolo a Palermo, acquistati in Calabria, e quella richiesta di esecuzione proveniente da Matteo Messina Denaro per conto di altri soggetti (“Gli stessi di Borsellino”). Anche altri collaboratori di giustizia avevano portato elementi a riscontro di quelle dichiarazioni.
Come ha detto Di Matteo, "Matteo Messina Denaro se n'è andato non dicendo mai nulla sul punto. Anche questa è una situazione che dal suo punto di vista non ha mai avuto la possibilità di essere chiarita".

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Foto © Paolo Bassani

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