Noi che non guardiamo niente dall’alto
ma ci stiamo là in mezzo
Noialtri, poeti ciechi e ragazzini squillanti
Noi, buffi nonnetti e ragazzacce arrabbiate,
Noi avanzi di Lagos e di Librino,
Noi siamo qua. Cosa credevate?
Quarant’anni? Li abbiamo masticati
E ora, forza, sotto agli altri quaranta!
Noi, i nostri amici, non li seppelliamo.
Noi camminiamo come loro, il viso caldo
D’una carezza rapida, o spinti avanti
Da quella pacca sulla spalla: “vai, ragazzo!”.
Così va avanti il mondo, picciriddi sfrontati
Che sfidano i giganti. Amici antichi
Che ci guardate da lontano (intanto
Voi nel corteo ci siete, avete sudato per farlo,
Anche senza saperlo siete qui, mescolati),
Amici, non lasciate che il nostro tempo scorra.
Zanne digrignano i mostri, avidamente,
Ma noi siam qui, vivi, per rovesciare i re.
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