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La droga, che sarebbe passata dal porto di Montevideo, era destinata al Belgio

“Contaminado” è l'aggettivo utilizzato dai funzionari della Polizia Nazionale del Paraguay per definire il carico di riso sequestrato lo scorso lunedì sera nel porto di Villeta, sulle coste del fiume Paraguay; al suo interno conteneva un carico nascosto di oltre 3.300 kg di cocaina in granuli. L'operazione è stata il risultato di diverse indagini investigative svolte dall'Unità di Informazioni Sensibili della polizia nazionale e dal Coordinamento Amministrativo dell'Intelligence Doganale, sotto la direzione della Procura.

Secondo quanto riferito dalle autorità, il carico era distribuito in 640 sacchi di circa cinque chili ciascuno, per un valore stimato di oltre 140 milioni di dollari. A livello storico, il volume di cocaina sequestrato in questa operazione è stato superato solo dall'operazione Fernando Mora, nel luglio 2021, quando furono sequestrati 3.418 kg. di cocaina che viaggiavano nascosti in pacchi di zucchero.

Il capo del Dipartimento Antinarcotici della Polizia, Sergio Insfran, ha spiegato che la droga sarebbe stata caricata in una conceria situata nella località di Eusebio Ayala, situata a circa 80 km a ovest. Se il container fosse riuscito ad uscire dal porto privato di Villeta, avrebbe continuato la sua rotta facendo un primo scalo al porto di Montevideo, per poi riprendere il mare aperto dirigendosi verso il mercato europeo attraverso il porto di Anversa in Belgio.

Nonostante le autorità abbiano delineato una rete di sospetti non sono ancora stati segnalati arresti o altre operazioni o raid. Comunque, dato l'ingente carico di droga sequestrato, si presume che si tratti di una complessa organizzazione criminale di stampo internazionale.

I 3.300 kg di cocaina sequestrati sono stati inceneriti nel forno pirolitico della SENAD, installato all'interno degli impianti che la DEA ha nel Chaco’i, forno che ha la capacità di bruciare 150 kg di droga all'ora senza emettere gas inquinanti. Il provvedimento è stato richiesto dal procuratore Fabiola Molas e ordinato dal giudice Rosarito Montanía.

Foto: abc.com.py
   

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