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Articolo scritto in relazione all'arringa finale dell'avvocato Dr. Guillermo Fanego, difensore del genocida Adolfo Donda, tenuta mercoledì 20 Dicembre 2023 durante il processo per il reato di sequestro di Victoria Dondas, neonata all’epoca dei fatti

Dal nostro inviato in Argentina. Poco stimato avvocato Guillermo Fanego (in foto) - soprattutto in questi tempi in cui è importante prendere una posizione e metterci la faccia di fronte alla società, senza nascondersi né speculare per convenienza politica - lei continua a esercitare l'avvocatura cercando di liberare dei genocida, cercando di ridurre le loro pene al minimo possibile o chiedendo i domiciliari.
Su questo aspetto niente da recriminarle. Lei è un professionista coerente con la visione del mondo, malata e contorta, che ha scelto di difendere e di farne parte. Visione che si palesa ogni qualvolta lei parla pubblicamente, come in questo caso, durante la sua arringa nel processo per il sequestro di Victoria Donda: “...il tema del sequestro di minori, un fatto ingiustificabile sotto ogni aspetto. Ma è ingiustificabile oggi, in Argentina e in ogni parte del mondo, a pochi giorni dal 2024. All'epoca in cui sono accaduti i fatti in oggetto, non per giustificare Azic (Juan Antonio Azic è l'agente dell’intelligence dell'armata, processato per sequestro di bambini nati in cattività all'Esma) né tantomeno il reato in sé, era molto comune che qualcuno si appropriasse o comprasse un bambino, come chi va dal veterinario e acquista un cucciolo (...). Questo era il gran mercato di creature che si faceva allora. Quello che succedeva in quell'epoca era normale e consentito da tutti. Non lo era più per la società degli anni ’80-’90. Ma a quei tempi era una cosa normale consegnare una creatura, non “una moda”, bensì un’abitudine”.
Lei ha mostrato la sua vera natura, nella sua mente, quasi schizofrenica, riconoscendo come abituale la pratica della sottrazione di bambini durante la dittatura genocida degli anni ‘70.
Nel tentativo di alleggerire la responsabilità del suo assistito, è Lei stesso che spiega che questi fatti aberranti accadevano. Dice che non li giustifica ma li considera come qualcosa di quasi inevitabile, come una delle caratteristiche di quell'epoca. Li condanna ma allo stesso tempo si mette dalla parte dell'apparato ideologico che impedisce la ricerca della verità e l'identità dei bambini nati e rapiti in prigionia.
Lasciamo l'analisi delle sue tante altre contraddizioni e mezze verità storiche, sia in questo che in altri processi, e lasciamo che sia la società stessa e le generazioni a venire a giudicare le sue parole ed il ruolo che svolge in questo presente per quel che concerne la ricerca della verità, la giustizia e la memoria.
Ma quello che non vorrei trascurare è il tentativo di manipolazione dei vangeli, che con la sua morale perversa e sadica crede di fare, forse inconsciamente, per coprire così tanta immondizia. Nella sua arringa fa riferimento frequentemente ad alcuni passi della Bibbia, con falsi ragionamenti che offendono la morale del credente. Quando cita Esodo, Capitolo 20: “È orribile che venga tolta l’identità ad una persona, ma nella psicologia infantile di quel momento si pensava che una creatura che non ha memoria non ha storia, che non portava la sua storia nei propri geni”. Le ricordiamo che in questo passo si legge anche:
“Non pronuncerai invano il nome del Signore tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il Suo nome invano” (Esodo 20,7).
Fa anche riferimento all'assassinio di Abele per mano di Caino, in merito al quale dice “… possiamo puntualizzare che il più grande rimprovero fatto a Caino non riguardava l’omicidio ma la menzogna, l'avere mentito. Infatti quando Dio gli chiede “Dov’è tuo fratello?” lui risponde “sono forse il guardiano di mio fratello?” facendo finta di non sapere cosa fosse successo. La versione reale dei fatti è completamente differente. Il racconto dell’accusa è un racconto militante, una ricostruzione della lotta terrorista...”.


fanego processo laretaguardia


Le ricordiamo che sono proprio i crimini che lei minimizza di fronte alla presunta menzogna nel racconto delle vittime, quelli che Cristo, in base ai vangeli, condanna senza appello.
“…Figli miei, nessuno v'inganni. Chi pratica la giustizia è giusto così come Egli è giusto. Chi pratica il peccato appartiene al diavolo perché questo ha peccato dal principio. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato perché un germe divino rimane in lui e non può peccare essendo stato generato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è di Dio e non lo è neppure chi non ama il proprio fratello. Noi abbiamo conosciuto l'amore. Poiché questo è il messaggio che avete udito sin dal principio: che ci amassimo gli uni con gli altri. Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo l'uccise? Perché le sue opere erano malvagie mentre quelle di suo fratello erano giuste” (1Gv 3, 7-12).
“Dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione” (Luca 11,51)".
Infine, poiché stiamo parlando di infanzie rubate e di un danno che lei stesso riconosce come irreparabile, Lei dice che: “...In questo caso, sia se ci sarà una condanna o un’assoluzione, il danno è stato fatto e non si può riparare. Il trauma è qualcosa che li segnerà, li ha segnati e segnerà le generazioni future” e in precedenza aveva anche detto che il processo non servirà come istanza riparatrice...la via giudiziaria non è la strada più adeguata, soprattutto per la parte dell’accusa, perché anche se si arrivasse a una condanna o ad un'assoluzione, il problema di fondo non si risolverà mai e la giustizia è incapace di fornire una soluzione”. Le ricordiamo le parole scritte sullo stesso Vangelo: a chi “farà inciampare uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare" (Matteo 18:06).
Ci auguriamo che l'avvocato Guillermo Fanego, dopo aver difeso criminali, genocidi e dittatori, arrivi a comprendere la follia delle sue azioni e che collabori con la giustizia, rivelando in Tribunale dove si trovano  i bambini sottratti nei centri di detenzione e qualsiasi altra informazione di cui è in possesso la casta militare.

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