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Il governo dell'Uganda ha proposto un nuovo disegno di legge per contrastare il commercio illecito di organi umani. Lo riferisce la stampa locale, precisando che nelle intenzioni le autorità vorrebbero tutelare i diritti dei donatori di organi creando un sano ambiente chirurgico. Oltre a mettere fuori legge il pagamento in contanti per gli organi, se approvata, la nuova misura creerebbe centri trapianti, banche di organi e consultori per supervisionare il processo, oltre a prevedere anche il prelievo di organi da donatori vivi e deceduti. Attualmente, infatti, i costi dei pazienti che necessitano di un intervento chirurgico di trapianto sono proibitivi, e costringono gli ugandesi a viaggiare all'estero - principalmente in Kenya, Sudafrica e India - per accedervi. Secondo le informazioni disponibili, un viaggio in India per un trapianto di rene, può arrivare a costare fino 25mila dollari, salendo fino a 40mila includendo le spese mediche e di viaggio. La speranza è che la legge possa contribuire a smantellare la rete di espianto illegale di organi. Negli ultimi mesi, la stampa locale ha segnalato il caso di almeno tre lavoratori ugandesi che al rientro dal Medio Oriente, dove si erano recati per lavoro, hanno lamentato la perdita di alcuni organi, che potrebbero essere stati prelevati senza il loro consenso. A febbraio scorso, inoltre, cinque direttori di un'agenzia di esportazione del lavoro sono stati accusati di tratta di esseri umani aggravata, in relazione a un caso in cui una lavoratrice migrante è tornata a casa paralizzata, con cicatrici allo stomaco segnalate come chirurgiche e priva di un rene. 

Fonte: Nova

Foto: it.depositphotos.com

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