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Il mondo si divide nuovamente tra sostegno e sanzioni

In un clima di confronto "diplomatico", Daniel Ortega, l'ex leader sandinista, ha assunto la presidenza del Nicaragua. È al suo quarto mandato consecutivo. Sua moglie, Rosario Murillo, occuperà la carica di vicepresidente per i prossimi cinque anni.
Presenti alla cerimonia il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, e il presidente di Cuba, Miguel Díaz Canel. Presenti anche i cancellieri della Bolivia, Messico, Palestina e Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi e delegazioni diplomatiche di Cina, Russia, Iran, Corea del Nord, Siria, Cuba, Venezuela, Honduras, Bélice, Vietnam, Laos, Cambogia, Angola, Turchia, Bielorussia, Egitto, Malesia e Yemen, tutti paesi che storicamente sono stati coinvolti in conflitti, diplomatici o armati, con gli Stati Uniti ed i suoi alleati.
Da parte sua, il governo statunitense ha condannato le elezioni realizzate in Nicaragua, dove Ortega ha vinto con oltre il 75% dei voti. Le denunce per frode si sono diffuse in vari ambiti. Da ricordare che le elezioni sono avvenute mentre almeno sette candidati presidenziali sono detenuti per essere oppositori di Ortega, con diverse motivazioni, sulla base di chi viene consultato. Secondo le cifre della Commissione Interamericana di Diritti umani, dopo le proteste del 2018, dove furono assassinate 335 persone nel contesto di violente repressioni, ci sono circa 120 prigionieri politici. La crisi sociale e politica, da allora, si è concretizzata in 100 mila esiliati, che vagano nella gran maggioranza diretti verso gli Stati Uniti, in un'odissea che purtroppo non ha niente da invidiare ai naufragi nel Mediterraneo. Quel che è certo è che gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno promosso una serie di sanzioni, rivolte sia al paese come ai principali funzionari e familiari di Ortega.
Dai governi della Cina e della Russia, invece, celebrano un'alleanza strategica in America Centrale. Il gigante asiatico, non solo ha inviato migliaia di vaccini in Nicaragua, ma recentemente ha anche aperto un'ambasciata a Managua. Dalla terra degli zar, sono stati inviati vaccini, cereali, autobus per rinnovare il sistema di trasporto e perfino la possibilità di una stazione satellitare.
Per Ortega questa sarà la sua quinta presidenza. Nel 1980 fu eletto per la prima volta, dopo aver spodestato il dittatore e genocida Anastasio Somoza. Successivamente fu eletto nuovamente a dicembre del 2007, e da allora governa il paese in maniera ininterrotta. Recentemente, ha iniziato a adottare iniziative affinché il Nicaragua si ritiri dall'Organizzazione degli Stati Americani (OEA), che da tempo si è allineata inderogabilmente alla politica estera degli Stati Uniti. Ortega denuncia che l'intromissione di governi stranieri nell'autodeterminazione del suo paese è un “una mancanza di rispetto alla sovranità”.

Foto © Fundscion Ong DE Nicaragua

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