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di AMDuemila
Paladino della giustizia e della libertà degli oppressi era stato perseguitato durante gli anni del regime brasiliano

E' morto lo scorso 8 ottobre a Batatais, nello Stato di San Paolo, in Brasile, il vescovo Pedro Casaldáliga, 92 anni, prelato emerito di São Félix (Mato Grosso), appartenente alla Congregazione dei missionari Figli dell'Immacolato Cuore di Maria (Claretiani), vescovo molto conosciuto e punto di riferimento per le sue battaglie a favore dei diritti umani, dei diritti degli indigeni e del creato. Dom Casaldáliga, nato a Balsareny, in Catalogna, prelato di São Félix dal 1971 al 2005, ricorda il Sir, l'Agenzia dei Vescovi, nel 1971 scrisse la coraggiosa lettera pastorale ''Una Chiesa nell'Amazzonia in guerra contro il latifondo e l'emarginazione sociale'', nella quale denunciava mali più che mai attuali: l'accaparramento delle terre, le crescenti diseguaglianze, la sofferenza delle popolazioni locali. Ultimo fra gli ultimi dom Casaldáliga è stato sepolto nel cimitero di Karajá, accanto a un operaio e una prostituta. Lì dove approdò da missionario clarettiano nel lontano 1968. Al suo arrivo, in quell’anno, davanti a quella che sarebbe stata la sua abitazione, trovò i corpicini senza vita di quattro neonati, chiusi in scatole di scarpe come bare. "O ce ne andiamo via da qui oggi stesso o ci suicidiamo o troviamo una soluzione per tutto questo”, disse. Tre anni più tardi la sua casa divenne sede episcopale: Paolo VI lo nominò vescovo della prelatura di São Felix, “una zona periferica della foresta grande quanto metà dell’Italia”. Il suo motto da vescovo fu: “Nada possuir, nada carregar, nada pedir e, sobretudo, nada matar”: “Nulla possedere, nulla prendere a carico, nulla chiedere, nulla tacere e, soprattutto, non uccidere nessuno”. Una frase che rispecchiava i suoi ideali: la lotta al consumismo, al colonialismo e all’arroganza del potere. Più volte scampò ad attentati e il regime militare dei Gorillas se ne voleva liberare con l’espulsione dal Paese ma Papa Paolo VI lo impedì: “Chi tocca Pietro (Pedro, ndr), tocca Paolo”. Pedro Casaldáliga è considerato un precursore di quella sensibilità che ha dato vita al recente Sinodo per l'Amazzonia.

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