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Il direttore de Il Fatto Quotidiano ospite del Salone del libro per fare il punto sulla guerra in Ucraina

In questi mesi ho visto una censura molto trasversale. Ho visto saldarsi la censura del governo di destra con quella preesistente. E il mastice che ha unito queste due censure è il cosiddetto ‘euroatlantismo’ insieme a una serie di luoghi comuni e slogan propagandati per cercare di compiere una missione impossible: convincere il popolo italiano e le opinioni pubbliche europee che bisogna andare in guerra sempre più direttamente in un’escalation che non vede una fine e che essere combelligeranti è bello”. Così Marco Travaglio intervenuto la settimana scorsa alla XXXV Edizione del Salone internazionale del libro di Torino. Il direttore de Il Fatto Quotidiano ha analizzato il conflitto russo-ucraino e la possibilità di arrivare a un accordo di pace fra le parti. E proprio sul punto, il direttore ha fatto riferimento a quanto emerso dal G7: “Non c’è nessuna intenzione di sostenere i negoziati proposti dal governo cinese e dal vaticano - ha detto -. L’Italia ha messo nero su bianco - insieme agli altri sei pazzi - che boicotterà gli unici tentativi di negoziato”. Una decisione “passata assolutamente inosservata”. L’impressione, ha aggiunto Travaglio, è quella di essere “sempre al 24 febbraio”. “È una storia come ‘il giorno della marmotta’ (del film “Ricomincio da capo, ndr). Tutte le mattine ci svegliamo ed è sempre il giorno uno. Ogni volta che dici qualcosa ti rispondono che c’è un aggressore e un aggredito. Basta, lo sappiamo. Il problema è come farla finita dopo 15 mesi”. “Possiamo andare avanti così con questa propaganda? - si è poi chiesto Travaglio - La propaganda è normale in tempo di guerra ma chi la fa dovrebbe farla per farsi credere dagli altri, non per crederci lui. Perché chi crede alla propria propaganda è un demente. E non ha la lucidità per prendere le decisioni. Noi all’inizio di questa guerra avevamo alcuni punti fermi. Bisognava trattare, mentre ora se parli di trattativa sei un delinquente putiniano. il Papa è considerato un nemico della democrazia. Speriamo giorno dopo giorno in un cessate il fuoco così che la gente smetteva di morire, ora se lo proponi ti dicono che stai con Putin. E quando tu rispondi loro che il cessate il fuoco vale per entrambe le fazioni belligeranti, ti rispondo che dovrebbe cessare il fuoco solo Putin. Se lo cessa solo Putin gli altri a chi sparano, a sé stessi?

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