L’incubo e i segni delle torture lasciati sul corpo di Giulio Regeni sono stati descritti ieri, davanti alla corte d'assise a Roma, dal consulente della procura, il medico legale Vittorio Fineschi. Sotto processo per omicidio e torture sono 4 agenti dei servizi segreti Egiziani che avrebbero, secondo l'accusa, sequestrato, torturato e poi ucciso il ricercatore triestino tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio 2016 al Cairo. Fineschi ha effettuato, non appena arrivato in Italia, l'autopsia sul corpo di Regeni trovando sulla salma "quasi tutte le torture messe in atto in Egitto, tra cui pugni, calci" e colpi con "l'uso di mazze e bruciature". Fineschi ha parlato di esami medico legali effettuati in Egitto "sotto lo standard minimo" e che le ricostruzioni degli investigatori egiziani non sarebbero compatibili con quanto riscontrato sul corpo di Regeni. Il medico legale ha fatto riferimento a studi e metodi di tortura utilizzati su persone arrestate tra il 2009 e il 2010. Metodi i cui effetti, ha detto lo specialista, "sono stati riscontrati sul corpo di Regeni". Nella stessa udienza di questa mattina è stato ascoltato un secondo consulente della procura, il tossicologo Marcello Chiarotti, che ha stimato la morte del giovane ricercatore tra le 22 del 31 gennaio e le 22 del 2 febbraio 2016.
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