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Biden risponde e avverte: "In caso di uso di armi nucleari il volto della guerra cambierebbe”

Anche da oriente arrivano conferme su un conflitto volutamente trascinato verso esiti non negoziabili, ma dilazionati nel tempo. Lo ha annunciato Vladimir Putin a margine della seconda giornata del vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shangai, dichiarando che, per il momento, la Russia ha risposto con moderazione agli attacchi ucraini alle infrastrutture e agli attacchi terroristici. "Più recentemente, le forze armate russe hanno sferrato un paio di attacchi sensibili, supponiamo che stiano lanciando un avvertimento. Se la situazione continua a svilupparsi in questo modo, la risposta sarà più seria", ha spiegato.
L’11 settembre alle ore 20:00, a seguito dei successi militari ucraini durante l’offensiva verso Kharkov, Mosca ha bombardato con missili da crociera le 4 centrali termiche più grandi nelle regioni sotto il controllo di Kiev, lasciando l’est del paese, immerso nell’oscurità per diverse ore.
Putin ha poi specificato che in precedenza il regime di Kiev ha cercato di organizzare attacchi terroristici sul territorio degli impianti nucleari russi:

Per quanto riguarda gli attacchi terroristici, sì, questa è una cosa così seria, è essenzialmente l'uso di metodi terroristici. Lo vediamo nelle uccisioni di funzionari nei territori liberati. Lo vediamo anche nei tentativi di compiere attacchi terroristici sul territorio della Federazione Russa. Compresi... anche i tentativi di compiere attacchi terroristici, se non nelle strutture stesse, intorno ai nostri impianti nucleari, centrali nucleari, sul territorio della Russia".
Un chiaro riferimento ai ripetuti bombardamenti contro la centrale di Zaporizhzhia, ora presidiata dall’esercito russo. Un obiettivo per Kiev, confermato anche da recente articolo del New York Times che, citando funzionari ucraini, ha affermato come il successo a lungo termine della controffensiva “richieda progressi sugli obiettivi originali nella strategia scartata, inclusa la riconquista della centrale nucleare di Zaporizhzhia , il taglio delle forze russe a Mariupol e il respingimento delle forze russe a Kherson attraverso il fiume Dnipro”. Per altro, lo stesso canale ufficiale dello stato maggiore delle forze armate ucraine aveva ammesso attacchi nella vicina città di Energodar.

L’avvertimento di Biden sulle eventuali risposte russe
Il presidente Joe Biden ha messo in guardia l’omologo russo sull'uso di armi nucleari o chimiche. "Non farlo, non farlo. Se lo facessi il volto della guerra cambierebbe", ha avvertito in un'intervista a 60 Minutes di cui sono stati diffusi alcuni estratti. Il presidente americano non ha approfondito l’entità delle ripercussioni , ma ha assicurato che la risposta americana "sarebbe consequenziale" e se il Cremlino decidesse di usare armi chimiche o nucleari diventerebbe "ancora di più paria nel mondo".


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L’operazione speciale sarà portata a termine coi tempi dovuti. Festeggia l’industria bellica
Il capo del Cremlino ha poi posto un punto fermo sui piani “dell’Operazione Militare Speciale”, che non sarà soggetta ad adeguamenti.
"Lo stato maggiore prende decisioni operative… L'obiettivo principale è la liberazione dell'intero territorio del Donbass. Questo lavoro continua nonostante questi i tentativi di controffensiva dell'esercito ucraino", ha affermato il presidente.
Nessuna mobilitazione generale dunque, anzi, Vladimir Putin ha anche ricordato che la Russia in questa campagna militare ha coinvolto solo mercenari:
"Stiamo combattendo con un esercito incompleto, stiamo combattendo solo con una parte dell'esercito russo, solo con una parte a contrattoPerciò non abbiamo fretta”, ha affermato il presidente. Di fatto è stato ammesso che i piani operativi per raggiungere l’obiettivo di liberare le autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, continueranno ad essere condotti con il freno tirato. Un apparente paradosso strategico se non si tiene conto della grande opportunità che questo conflitto sta rappresentando per l’industria bellica mondiale; un aspetto del grande scontro geopolitico che sembra vedere oriente ed occidente, per una volta, accomunati da un comune interesse. È un dato innegabile che questa guerra ha arricchito le grandi imprese del settore: quest’anno il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha annunciato che sarebbero stati firmati con l’industria militare 36 contratti per un valore di 522 miliardi di rubli, il doppio rispetto al 2020. Mentre inoltre nel 2021 le commesse riguardano 1300 nuovi tipi di nuove armi, quest'anno si parla addirittura di 3700 mila nuovi sistemi d’arma ed equipaggiamento militare. In occidente tra gli arricchiti per l’affare della guerra spiccano l’americana Lockeed Martin Corporation, le cui azioni sono aumentate del 17,5% nell’ultimo periodo; un gruppo conosciuto soprattutto per la produzione di jet F-35 e per il sistema di difesa missilistica Patriot utilizzato dalla Nato. Sempre dagli Usa c’è un’altra azienda che ha saputo sfruttare il momento: la Nortrop Grumman che produce droni di attacco e sorveglianza. In Europa sorridono la tedesca Rheinmetall AG, che ha guadagnato il 39% in più in borsa nell’ultimo periodo, ma anche l’italiana Leonardo Finmeccanica, leader nella produzione di aerei e vari componenti aeronautici: la società ha chiuso in positivo il periodo con un risultato netto pari a 267 milioni di euro, in crescita del 50,8%.

Il Pentagono si è opposto all’invio di missili a lungo raggio in Ucraina
Anche Washington sembra interessata ad un prolungamento del conflitto che non provochi la Russia oltre misura. Come riportato dalla NBC: "l'amministrazione Biden ha accantonato la richiesta dell'Ucraina di missili a lungo raggio a causa del timore che possa provocare una pericolosa reazione russa, alti funzionari del Pentagono sono contrari all'idea". Secondo i funzionari, la parte ucraina potrebbe utilizzare missili balistici ATACMS contro oggetti in Russia, il che potrebbe portare a un'escalation. In precedenza, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva affermato che eventuali consegne statunitensi di missili a lungo raggio in Ucraina renderebbero Washington una parte diretta del conflitto e nel qual caso Mosca si riserverebbe il diritto di difendere il proprio territorio con tutti i mezzi disponibili.


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Non si fermano in ogni caso le forniture militari: il dipartimento della difesa degli Stati Uniti ha annunciato che fornirà al paese un’ulteriore assistenza alla sicurezza di 600 milioni di dollari. Il nuovo pacchetto comprenderà: munizioni aggiuntive per sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità (HIMARS); 36.000 colpi di artiglieria da 105 mm; 1.000 colpi di artiglieria da 155 mm a guida di precisione; quattro radar di contro-artiglieria; quattro camion e otto rimorchi per il trasporto di attrezzature pesanti; sistemi aerei senza pilota; attrezzature per lo sminamento; munizioni antiuomo Claymore; munizioni e attrezzature da demolizione; armi leggere e munizioni; dispositivi per la visione notturna, attrezzatura per il freddo e altre apparecchiature da campo.
L’affare per l’industria militare continua e l’ammontare complessivo dell’assistenza bellica a Kiev raggiunge questa volta i 15,8 miliardi di dollari.

Continuano nuovi tentativi offensivi di Kiev e attacchi sul territorio russo
Secondo il quotidiano Readovka continuano i tentativi ucraini di forzare ulteriori sfondamenti in direzione Izyumsko-Slavyanskoe: si segnala un fallito attacco di Kiev a Kupyansk, mentre l’esercito ha tentato di attraversare il fiume Oskol, stabilendo un valico nella zona di Studenok.
Nella direzione di Zaporozhye, vicino a Orekhovo, le truppe ucraine hanno tentato di nuovo di condurre una ricognizione in forza nella direzione di Vasilievka e Tokmak, ma è stato sopraffatto dall’artiglieria russa che ha distrutto diversi veicoli da combattimento, lasciando poco meno di un plotone superstite in ritirata.
Nella linea Posad-Pokrovsky, in giornata, le forze armate ucraine sono state sconfitte dai paracadutisti russi del 56° reggimento aviotrasportato con l'appoggio dell'artiglieria e dell'aviazione. Da come riportato dal dipartimento militare sembra che, dopo averli attirati in una piccola trappola, si sono lasciati aggirare dal fianco, subendo un accerchiamento completo.
Lungo il confine russo. I bombardamenti notturni di Valuyki, nella regione di Belgorod, hanno privato la città dell'elettricità, causando la distruzione di otto case private, nove automobili e hanno causato la morte di un civile.

Foto: it.depositphotos.com

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