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Il presidente francese: “Via le armi da Zaporizhzhia”. Ria Novosti annuncia la preparazione dell’ennesimo attacco ucraino alla centrale

Continuano a crescere i timori attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia (ZNPP). Nella giornata di ieri il presidente francese Emmanuel Macron è tornato a chiamare Vladimir Putin, in un momento difficile della guerra in corso, in cui la Russia è costretta a riconoscere una pesante sconfitta militare nella regione di Kharkov. Il vero pericolo è quello dell’innalzamento del livello di scontro ad un punto tale da trasformare un sito nucleare in un mero obiettivo militare da colpire.
“La situazione critica nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove è stato definitivamente spento il sesto e ultimo reattore rimasto attivo, continua a preoccupare le cancellerie europee” ha affermato il presidente francese. Di tutta risposta il Cremlino ha chiarito che “la parte russa ha richiamato l’attenzione sui regolari attacchi ucraini alle strutture di Zaporizhzhia, compreso lo stoccaggio di scorie radioattive, che è irto di conseguenze catastrofiche. Il presidente della Russia - continua la nota - ha informato delle misure adottate dagli specialisti russi per garantire la protezione fisica dell'impianto e ha sottolineato la necessità di influenzare le autorità di Kiev affinché le stazioni venissero immediatamente interrotte”.
Nonostante le reciproche accuse sugli attacchi alla centrale, presidiata dalle forze di Mosca, di fatto di Kiev, in un comunicato dello Stato Maggiore delle Forze Armate datato 2 settembre, aveva ammesso gli attacchi al vicino insediamento di Energodar. La Russia di contro è sempre stata additata di piazzare postazioni di tiro nei pressi della centrale.
In queste ore, inoltre, Ria Novosti riporta che le truppe ucraine starebbero pianificando un’offensiva su larga scala nell’area della ZNPP. Ad affermarlo è il rappresentante dell'amministrazione locale, Vladimir Rogov, al canale televisivo Rossiya 1. Il funzionario ha specificato che le forze armate ucraine “stanno schierando sistemi di lancio multiplo di missili HIMARS e obici M777 nell'area della linea di contatto”. Un vero e proprio potenziale atto di “terrorismo nucleare”.
Secondo le informazioni a disposizione da Rogov, tutte le azioni militari a Kiev sono guidate da rappresentanti del Regno Unito e degli Stati Uniti. Un’eventualità non totalmente priva di fondamento se teniamo conto che, come riportato dal Times qualche mese fa, il leggendario corpo di élite britannico Sas (Special Air Service), avrebbe addestrato militari ucraini a Obolon, alla periferia Nord di Kiev, mentre il Sunday Mirror aveva scritto che prima dell’aggressione russa, cento forze speciali Sas e Sbs (Special Boat Service) erano state spedite a Kiev per addestrare gli ucraini in controguerriglia, artiglieria, cecchinaggio e sabotaggio.
"Tutto il coordinamento sulla linea di contatto Zaporizhzhya è svolto dagli inglesi e un po' meno dagli americani. In effetti, i soldati della NATO sotto forma di anglosassoni stanno ora combattendo con noi nella regione”, ha osservato Rogov.
La situazione nella centrale nucleare è complicata dal fatto che, come menzionato poc’anzi, il sesto reattore è stato spento, l’11 settembre. “Oggi, alle 03:41 (le 2:41 in Italia), l’unità n. 6 della ZNPP (la centrale nucleare, ndr) è stata scollegata dalla rete elettrica... Sono in corso i preparativi per il raffreddamento e il trasferimento allo stato freddo”, ha comunicato l’AIEA. L’impianto negli ultimi tre giorni aveva già funzionato in “modalità isola”, producendo solo elettricità per la propria fornitura, poiché tutte le linee che lo collegavano alla rete elettrica ucraina erano state interrotte dai bombardamenti.
In sostanza, la ZNPP, ora è completamente alimentata dai generatori diesel e la sua sicurezza dipende completamente dalla loro affidabilità: i reattori necessitano infatti di energia elettrica per mantenere il funzionamento dei sistemi di raffreddamento. In caso di guasto di uno dei generatori, resterebbero ai tecnici 60 minuti prima che si verifichino pericolosi surriscaldamenti potenzialmente catastrofici.
Nonostante le nubi funeste all’orizzonte, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica vede comunque segnali positivi da parte di Kiev e Mosca per quanto riguarda la possibilità di creare una zona di sicurezza intorno alla centrale. "Ho visto segnali che dimostrano che sono interessati a un tale accordo", ha detto il direttore generale Rafael Grossi in una conferenza stampa a Vienna. "Stiamo discutendo delle diverse caratteristiche tecniche" ha detto Grossi, "come il perimetro di quest'area o il lavoro dei due esperti dell'Aie presenti in loco". "E quello che osservo” - ha aggiunto - è che entrambe le parti stanno collaborando con noi e facendo domande, molte domande".

I governi occidentali mobilitano i produttori di armi per aumentare la produzione
Le piccole iniziative volte a parziali soluzioni diplomatiche sembrano soccombere di fronte all’euforia dei successi militari di Kiev nella regione di Kharkov, che alzano le probabilità di una guerra più lunga e fruttuosa per l’industria bellica. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha annunciato una riunione di alti direttori nazionali degli armamenti dei paesi alleati per attuare piani a lungo termine per rifornire l'Ucraina e ricostruire le proprie riserve di armi. "Discuteranno di come le nostre basi industriali della difesa possono equipaggiare al meglio le future forze ucraine con le capacità di cui hanno bisogno", ha detto in un incontro alla base aerea di Ramstein in Germania del Gruppo di contatto ucraino, composto dai 50 paesi che supportano lo sforzo bellico. Il vicesegretario alla Difesa statunitense, Bill LaPlante, ha affermato che l'incontro si terrà a Bruxelles il 28 settembre e che l'obiettivo sarà determinare "come continuare a lavorare insieme per aumentare la produzione di capacità chiave e risolvere i problemi della catena di approvvigionamento e aumentare l'interoperabilità e l'intercambiabilità dei nostri sistemi".
Sul tavolo ci sono anche i recenti fondi stanziati per sostenere l’Ucraina, pari a quasi 3 miliardi di dollari, che secondo LaPlante sono progettati per i prossimi due anni... Gli Stati Uniti hanno promesso armi per un valore di 15,2 miliardi di dollari, inclusi missili anticarro Javelin, artiglieria e munizioni compatibili con le armi Nato. I paesi dell'Unione Europea hanno concordato a luglio di spendere altri 500 milioni di euro (425 milioni di sterline) per fornire armi all'Ucraina, portando il sostegno alla sicurezza del blocco a 2,5 miliardi di euro da febbraio, mentre la Gran Bretagna si è impegnata a spendere più di 1 miliardo di sterline per armare l'Ucraina.

Rielaborazione grafica by Paolo Bassani

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