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Da gennaio almeno 108 civili assassinati. La dura condanna dell’UNICEF: “Siamo indignati”

Almeno 56 persone sono state uccise e altre decine sono rimaste ferite lo scorso 8 gennaio in un attacco aereo su un campo profughi nel Nord dell'Etiopia. A riferirlo è la Bbc citando operatori umanitari. Immagini diffuse sui social mostrano presumibilmente persone curate in una scuola nella città di Dedebit, nella regione del Tigray. La notizia non è stata confermata da fonti indipendenti. Le non meglio specificate fonti hanno anche fornito fotografie di feriti in ospedale. Venerdì il governo ha annunciato il rilascio di diverse figure di alto profilo dell'opposizione, compresi i leader del ribelle Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf). Il primo ministro, Abiy Ahmed, ha motivato la decisione con l'intenzione di arrivare ad una riconciliazione nazionale e per promuovere "l'unità”. Nei bombardamenti sarebbero rimasti uccisi anche dei bambini. Immediata la condanna dell’UNICEF.

"L'UNICEF è indignato per i recenti attacchi aerei sui campi per sfollati interni e rifugiati nel Tigray, nel nord dell'Etiopia. Secondo le notizie ricevute, gli attacchi del 5 e 7 gennaio hanno lasciato decine di civili - compresi i bambini - uccisi e molti altri feriti”, ha detto la direttrice generale dell’Ong, Henrietta Fore. "I campi per rifugiati e gli insediamenti per sfollati interni, comprese le scuole che ospitano bambini e famiglie sfollate e le strutture essenziali che forniscono loro servizi umanitari, sono obbiettivi civili. Non rispettarli e non proteggerli dagli attacchi può costituire una violazione del diritto internazionale umanitario", ha aggiunto Fore.

"A più di un anno dallo scoppio del conflitto nel Tigray, atti brutali di violenza, comprese gravi violazioni contro i bambini, continuano ad essere perpetrati in tutta l'Etiopia settentrionale da tutte le parti in conflitto", denuncia la direttrice generale dell'agenzia Onu. "L'UNICEF - prosegue - rinnova il suo appello per un'immediata cessazione delle ostilità. Esortiamo tutte le parti in conflitto a costruire sui segnali iniziali di progresso delle ultime settimane, di rispettare i diritti umani internazionali, il diritto umanitario e sui rifugiati, di facilitare l'accesso umanitario e di proteggere i bambini dai pericoli".

Nel Paese, secondo la portavoce dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Ohchr) Liz Throssel, da gennaio sono almeno 108 i civili uccisi in attacchi aerei nella regione del Tigray.

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