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toga-web117 ottobre 2013
Ci sono il dirigente della squadra mobile Corrado Empoli, i suoi predecessori Alfonso Iadevaia e Salvatore Montemagno e il dirigente del commissariato di Porto Empedocle Cesare Castelli che hanno condotto le indagini. Con loro anche decine di poliziotti di vari gradi, ufficiali e sottufficiali dei carabinieri; collaboratori di giustizia, presunte vittime di estorsione e numerose “persone informate sui fatti”. Un vero e proprio esercito di testimoni sarà chiamato a dare la propria versione al processo “Nuova Cupola” scaturito dall’omonima inchiesta che, secondo l’accusa, avrebbe disarticolato il nuovo organigramma mafioso della provincia di Agrigento.

La Dda ha depositato la lista dei testi da ascoltare al processo a carico dei dieci imputati che sono stati rinviati a giudizio. Su tutti spicca il presunto capo della famiglia mafiosa di Favara, Carmelo Vetro, 28 anni, figlio del boss Giuseppe, morto nel 2008. Nella lista anche Ettore Allegro, 50 anni, di Caltanissetta; Rosario Bellavia, 50 anni, agente di polizia penitenziaria di Siculiana; gli agrigentini Pietro Capraro, 34 anni; Gaetano Licata Amri, 30 anni, e Gerlando Russo, 40 anni; gli empedoclini Bruno Pagliaro, 23 anni; Maurizio Romeo, 43 anni; e Salvatore Romeo, 53 anni; e il palermitano Gianfranco Taranto, 62 anni. La prima udienza, davanti ai giudici della seconda sezione penale presieduta da Luisa Turco, è in programma mercoledì 23 ottobre nell’aula bunker del carcere Petrusa.

I pubblici ministeri della Dda Rita Fulantelli ed Emanuele Ravaglioli hanno depositato la lista dei testimoni. Centocinque pagine di nominativi e relativi argomenti di cui si chiederà di riferire con divisione in capitoli per essere più comprensibile. In tutto 193 nomi. La parte più consistente è dedicata agli ufficiali di polizia giudiziaria che hanno condotto o preso parte alle indagini sulle famiglie mafiose della provincia.

Molto pochi i pentiti, appena quattro, che hanno avuto un ruolo meno decisivo rispetto ad altre inchieste. Sono Maurizio Di Gati, Luigi Putrone, Giuseppe Vaccaro e Franco Cacciatore. Quasi novanta testi, infine, sono presunte vittime di estorsione, consulenti tecnici e altre persone “informate dei fatti”.

agrigentoweb.it

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