di Karim El Sadi - Video e Foto
Il Friday For Future celebrato in Piazza del Popolo insieme alla piccola attivista svedese
“What do we want? Climate justice! When do we want it? Now!”. E' un coro potente, quello gridato dai 25 mila manifestanti (secondo gli organizzatori) presenti in Piazza del Popolo a Roma ieri mattina in occasione del “Fridays for future”. Un coro tutto in inglese a dimostrazione dell’internazionalità dell’emergenza climatica, sentita in tutto il globo soprattutto tra i giovani, coloro che potrebbero essere in futuro i primi testimoni di una devastazione mondiale frutto dell’avarizia e della negligenza umana. Per l’occasione in piazza del Popolo è stato installato un rivoluzionario palco a pedali, ovvero alimentato dall’energia delle persone in sella a 128 biciclette collegate a una dinamo e a un generatore, sul quale sono intervenuti i diversi responsabili del movimento Friday’s For Future in Italia. Un movimento nato spontaneamente su idea di Greta Thunberg, la famosa sedicenne svedese, (indicata per il Premio Nobel per la Pace), che dallo scorso anno, ogni venerdì, si presenta silenziosamente, armata solo di un cartellone, sotto il Parlamento a Stoccolma per denunciare l’inquinamento e di conseguenza il cambio climatico mondiale. I 25 mila sono venuti da tutto da tutta Italia anche per lei; per vedere di persona chi, con tanta umiltà e coraggio, è riuscita, nonostante le difficoltà (Greta soffre di Sidnrome di Asperger), a scuotere le alte sfere del potere svedese, europeo (memorabile il suo discorso al Cop24 a Katowice in Polonia) e mondiale. Attimi entusiasmanti e calorosi, sia per il sole ormai estivo, che per gli interventi dei bambini e ragazzi sul palco, hanno preceduto l’arrivo di Greta Thunberg in Piazza del Popolo.
Tutti interventi duri contro la politica e certi media, i primi responsabili dell’assopimento su quanto accade in tutto il globo. "Siamo semplici studenti, ci hanno detto che siamo un po' ignoranti non andiamo da nessuna parte. Dimostriamo il contrario” ha detto una ragazza al microfono.
Non è un gioco, dunque, o un’occasione per saltare ore di scuola, come accusa qualche opinionista o quotidiano, ma un’opportunità per denunciare anche quelle ingiustizie climatiche riguardanti in maniera diretta e in primo luogo l’Italia, come la Tav, il Mose, gli inceneritori, l’Ilva, il capitalismo e le infrastrutture in genere. Temi questi che i ragazzi sul palco hanno denunciato uno ad uno con grande determinazione. All’ora di pranzo il calore della folla ha raggiunto l’apice quando il pubblico ha iniziato a chiamare a gran voce Greta, ancora in attesa degli ultimi interventi degli organizzatori del Fryday For Future di Roma. Greta Thunberg è salita sul palco insieme alla sua famiglia e alla giovane amica belga, nonché compagna di battaglie, Anuna De Wever, accolta dal coro “con Greta salviamo il pianeta”. Momenti emozionanti che hanno raccolto migliaia e migliaia di giovani uniti da una stessa causa, quella della difesa del pianeta e la salvaguardia del futuro delle nuove generazioni. Greta, a dispetto dell'età, dal palco ha mostrato quella maturità di chi è consapevole delle parole dette, fendenti contro l’ignoranza, la negligenza e contro tutti coloro che si ostinano incredibilmente a negare l’emergenza climatica mondiale.
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“Qui ci sono ragazzi di tutte le età, tanti piccoli e tanti anche intorno ai 20. - ha esordito l’attivista - È una bella età con tutta la vita davanti a noi. Ma il nostro futuro è stato venduto perché poche persone possano fare molti soldi. Quando ci dicono che il cielo è l'unico limite ci dicono una bugia. L'unica cosa di cui abbiamo veramente bisogno è il futuro. Molti di noi lo capiranno quando sarà troppo tardi. Siamo a un bivio per l'umanità. È ora che dobbiamo scegliere il sentiero da prendere. Siamo qui ora per scegliere e per invitare gli altri a seguire il nostro esempio. È un problema che accomuna tutti i paesi. Ancora non c'è nessun cambiamento concreto in vista. Le emissioni continuano a crescere. Il nostro movimento deve continuare. Non basteranno le settimane o i mesi. Non protestiamo perché gli adulti si facciano i selfie con noi. Noi bambini lo facciamo perché si agisca in concreto. Non siamo noi ad aver causato questa crisi. Ci siamo solo nati in mezzo. E vediamo - ha concluso - che le promesse che ci vengono fatte non vengono rispettate. Ma noi continueremo a combattere per il nostro futuro e il nostro pianeta".
Una volta terminato il discorso seguito da uno scroscio di applausi i 25 mila manifestanti tra studenti, bambini, boy scout, mamme e papà hanno alzato ancor di più i coloratissimi striscioni e la voce e piano piano hanno iniziato a svuotare la piazza per fare ritorno a casa. Cosa che non ha potuto fare Greta che, invece di tornare in Svezia, è dovuta partire subito per l’Inghilterra dove si terrà un altro venerdì per il clima la prossima settimana. Perché non c’è tempo da perdere se si vuole fare il possibile per evitare ciò che è “quasi inevitabile”. Le previsioni degli esperti dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, sono spaventose. I dati dicono che “ci restano 11 anni per salvare il pianeta dalla catastrofe climatica” e se i trend rimarranno come quelli attuali (o peggio), la temperatura media globale aumenterà di 1,5 °C e a quel punto l’umanità non potrà più far nulla.
Foto © Imagoeconomica
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