Mentre l’Occidente esibisce la bandiera di Israele con la scusa che quest’ultimo ha il diritto a difendersi, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha portato una risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per chiedere un ‘cessate il fuoco’ per motivi umanitari e gli Stati Uniti hanno posto il veto, cancellandola”. Così Alessandro Di Battista, opinionista, scrittore e intellettuale già leader del M5Stelle, intervenuto martedì scorso a “di Martedì”, condotto da Giovanni Floris, su La7. Il riferimento è a ciò che si sta verificando lungo la Striscia di Gaza in cui, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, Israele ha avviato una controffensiva bombardando obiettivi residenziali uccidendo oltre 7300 palestinesi, di cui più di 2000 bambini. Durante la trasmissione, Di Battista ha sottolineato quanto ha scritto Adam Raf nel quotidiano israeliano Haaretz lo scorso 20 ottobre in un articolo intitolato: “Una breve storia dell'alleanza Netanyahu-Hamas”. “Per 14 anni la politica di Netanyahu è stata quella di mantenere Hamas al potere - si legge -; il pogrom del 7 ottobre 2023 aiuta il primo ministro israeliano a preservare il proprio governo”. “La logica di Netanyahu è quella di impedire la nascita di uno Stato palestinese - ha detto Di Battista -. Tutti si augurano la fine di Hamas. Viene detto che nel momento in cui non ci sarà più ci sarà la pace. Eppure, in Cisgiordania non c’è Hamas, o meglio è molto debole. Come si vive in Cisgiordania? Negli ultimi giorni sono stati massacrati dei civili palestinesi. I coloni israeliani, che sono illegali, vengono armati di M-16 di produzione Usa e protetti dall’esercito, sparano ad altezza d’uomo nei territori occupati. Non ci sarà mai pace senza giustizia e, soprattutto, fino a quando non cesserà l’occupazione militare”.

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