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Ministro Difesa israeliano: “Allargheremo l’offensiva”. Bilancio delle vittime a Gaza sale a 32.623

Sono salite a 44 le vittime dei raid che Israele ha sferrato colpendo la Siria vicino alla città settentrionale di Aleppo. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani secondo cui i raid hanno colpito depositi di missili del gruppo militante libanese Hezbollah nel sobborgo meridionale Jibreen di Aleppo, vicino all'aeroporto internazionale, nonché nella vicina cittadina di Safira. Secondo l'Osservatorio, la maggior parte dei morti erano soldati siriani, per l'esattezza 36, mentre le altre persone rimaste uccise sarebbero 7 combattenti di Hezbollah e un membro siriano di un gruppo sostenuto dall'Iran. Decine invece i feriti. L'esercito siriano si è limitato a confermare che gli attacchi aerei israeliani di oggi hanno ucciso o ferito "un certo numero" di persone e causato danni.
Non è la prima volta che Israele viola il diritto internazionale bombardando un Paese sovrano come la Siria. Negli ultimi anni ha effettuato centinaia di attacchi contro obiettivi nelle zone della Siria controllate dal governo, anche se raramente li ha riconosciuti. Ieri i media di Stato siriani avevano riferito di attacchi aerei nei pressi della capitale Damasco, parlando di 2 civili feriti. Hezbollah ha una presenza armata in Siria da quando è entrato nel conflitto combattendo a fianco delle forze governative. Aleppo, la città più grande della Siria e un tempo centro commerciale, ha subito in passato attacchi di questo tipo che hanno portato alla chiusura del suo aeroporto internazionale. Gli attacchi si sono intensificati negli ultimi 5 mesi, sullo sfondo dell’assedio israeliano a Gaza e degli scontri in corso tra Hezbollah e le forze israeliane al confine fra Libano e Israele.
Nel vicino Libano un drone israeliano ha colpito un'auto vicino alla città portuale meridionale di Tiro, uccidendo un membro di Hezbollah, secondo quanto riportato dai media statali libanesi; l'esercito israeliano (Idf) ha dichiarato che l'uomo colpito era Ali Naim, il vicecapo del programma missilistico di Hezbollah. Il gruppo ha confermato che è stato ucciso, senza precisare quale fosse la sua mansione all'interno dell'organizzazione.


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© Imagoeconomica


L'attacco con drone che ha ucciso Naim è avvenuto un giorno dopo che Hezbollah ha lanciato razzi con testate pesanti contro città nel nord di Israele, affermando di aver usato le armi contro obiettivi civili per la prima volta come rappresaglia per gli attacchi aerei israeliani della notte precedente in cui erano rimaste uccise 9 persone, fra cui quelli che il gruppo ha detto essere diversi paramedici. Dall’invasione di Israele nella Striscia di Gaza, in risposta al 7 ottobre, è aumentata la preoccupazione che gli scontri quasi quotidiani lungo il confine fra Israele e Libano possano degenerare in una guerra su larga scala.
Intanto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è tornato a parlare della guerra a Gaza e delle ripercussioni in Medio Oriente durante una raccolta fondi a cui hanno partecipato anche i due ex presidenti, Bill Clinton e Barack Obama. Nel corso dell'intervento Biden ha annunciato che diversi Paesi, tra cui l'Arabia Saudita, sono pronti a riconoscere Israele. "Adesso non entrerò nei dettagli. Ma ho lavorato con i sauditi e con tutti gli altri Paesi arabi, inclusi Egitto, Giordania e Qatar. Sono pronti a riconoscere pienamente Israele, a riconoscere pienamente Israele per la prima volta", ha detto Biden, secondo quanto riporta la Cnn. "Ma deve esserci un piano post-Gaza e una soluzione a due Stati, non deve avvenire oggi, ma deve esserci un progresso e penso che possiamo farlo", ha aggiunto durante l'evento che è stato interrotto diverse volte da manifestanti che hanno chiesto un cessate il fuoco immediato a Gaza. Biden ha anche riconosciuto che l'operazione militare nell'enclave ha provocato "troppe vittime innocenti, israeliane e palestinesi. Dobbiamo fornire più cibo, medicine e rifornimenti per i palestinesi”.
Nel frattempo, Israele ha fatto sapere che "espanderà la campagna ed intensificherà gli attacchi nel nord". Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, dopo la visita al comando settentrionale dell'Idf a Safed. "Israele sta passando da una posizione difensiva ad una offensiva nei confronti di Hamas - ha aggiunto il ministro, secondo quanto riferisce il Times of Israele - e la raggiungeremo dovunque operi l'organizzazione, a Beirut, Damasco e in posti più distanti".
Dall'inizio dell’invasione israeliana nell’enclave, il bilancio delle vittime palestinesi è salito a 32.623 morti e 75.092 feriti. E il numero è in costante crescita.

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