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Intervista esclusiva al conduttore di Report sullo scandalo dei presunti dossieraggi

Leggo tante imprecisioni e tante affermazioni un po’ affrettate. L’inchiesta è stata divulgata, si sente che ci saranno degli sviluppi”. Così Sigfrido Ranucci intervistato ieri da ANTIMAFIADuemila al Teatro Garbatella a margine della presentazione del libro “Il colpo di spugna”, in merito alla vicenda sui presunti dossieraggi che ha interessato numerose persone famose.

Intanto parlare di dossieraggio secondo me è errato perché non ho visto ancora dossier - ha precisato -. Ho letto di accessi abusivi a banche dati, ma vorrei mettere un po’ di ordine sulla vicenda. Si tratta di segnalazioni e di operazioni sospette. Stiamo parlando di movimenti di denaro che riguardano persone importanti o movimenti anonimi. Quindi diamo il giusto peso alle cose”.

La questione è delicata. Tutto nasce da una denuncia del ministro della Difesa, Guido Crosetto. Centinaia di accessi abusivi al sistema informatico delle segnalazioni di operazioni sospette (Sos), sbirciando negli affari e nei conti di politici e vip del mondo dello spettacolo e dello sport. L’uomo chiave dell’inchiesta è Pasquale Striano, luogotenente della finanza che avrebbe consultato questi file senza averne il titolo. La procura di Perugia sta indagando sugli ingressi informatici alle banche dati della Procura nazionale antimafia. Nel biennio 2021-2022 sarebbero almeno ottocento. Si parla di presunto dossieraggio perché ancora non sarebbe emersa alcuna attività di questo tipo e il militare ha sempre sostenuto la correttezza del suo comportamento.

Sulla vicenda il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, nella sua audizione di mercoledì 6 in commissione parlamentare antimafia, ha detto che le condotte di Striano “paiono difficilmente compatibili con la logica della deviazione individuale”. Secondo gli inquirenti, infatti, c’è l’ipotesi che il finanziere possa avere avuto un mandante. Un sospetto che però non ha trovato finora riscontro negli accertamenti dei magistrati.

La violazione è sicuramente un fatto importante che mette a rischio la democrazia - ha detto Ranucci -. Dopodiché accusare di dossieraggio dei colleghi giornalisti che chiedono delle verifiche su informazioni che magari hanno avuto e vogliono, ce ne vuole”.

Bollare la vicenda come dossieraggio è un modo per delegittimare il giornalismo d’inchiesta - ha continuato in riferimento agli attacchi rivolti ad alcuni giornalisti, tra cui Nello Trocchia del Domani che risulta indagato -. Sento esponenti del governo e dell’opposizione accusare e indignarsi per il dossieraggio dimenticandosi però che sotto il governo Berlusconi c’è stata una delle operazioni di dossieraggio più grandi della storia operata da Pio Pompa che dipendeva direttamente da Pollari, che faceva dossier sui nemici, magistrati, politici, sindacalisti, giornalisti e via dicendo. C’è stata l’operazione di dossieraggio illecito della security di Telecom e Pirelli. Poi quella fatta da Montante che con i suoi dossier ha condizionato la vita politica di molti esponenti politici e imprenditori della Sicilia”.

Non ho sentito tutta questa indignazione nel passato - ha aggiunto Ranucci -. Mi piacerebbe molta più coerenza, anche tra i colleghi che a seconda degli scopi dei dossier si accusa l’altro di fare dossieraggio”.

È ancora presto per trarre conclusioni secondo il conduttore di Report: “Vediamo dove porterà l’inchiesta”. “Certo - ha evidenziato - è grave che si possa avere questa facilità di accesso e dare informazioni riservate e che possano essere divulgate in ambiti che non conosciamo perfettamente”. “Sarà interessante capire chi ha beneficiato di tutte queste informazioni”, ha concluso.

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