Orsini: nel camposanto ucraino ''Draghi & C.'' hanno sbagliato tutto

“Mi domando come i nostri alleati occidentali possano dormire serenamente sapendo di disporre di dozzine di sistemi missilistici Patriot ed essendo consapevoli che basterebbe darne altri sette all’Ucraina per evitare che i civili vengano uccisi a Kharkiv, Kherson, Odessa”. Così Volodymyr Zelensky esprimendo il suo risentimento verso l’Occidente per l’andamento “catastrofico” della controffensiva ucraina in cui le condizioni dell’esercito “peggiorano ogni giorno”. Alessandro Orsini, nella sua rubrica sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, è stato uno dei primi ad annunciare il fallimento dell’azione militare di Kiev contro la Russia. E ancora una volta torna sul punto.
“Purtroppo, l’evidenza che proviene dal campo di battaglia conferma questa previsione - ha scritto -. Siccome le città russe vengono colpite dagli Oblast di Kharkiv e Sumy, Putin ha iniziato a investire nella loro conquista. L’Ucraina rischia di perdere non cinque regioni, ma sette. Attenzione: è ipotizzabile che l’Ucraina perda sette Oblast se tutto andrà bene giacché la logica strategica induce a ritenere che il collasso graduale dell’Ucraina fornirà un incentivo a Putin a conquistare pure Odessa. Una prova? Oleksandr Sirsky, comandante delle forze di terra ucraine, ha annunciato che Putin sta ammassando molte truppe inferocite, tra cui le unità Storm-Z, per uno sfondamento nel settore nord-orientale. Dove, esattamente? A Kharkiv, l’Oblast da cui Zelensky lancia i droni che uccidono i civili nelle città russe”.
Per il professore associato di sociologia del terrorismo alla LUISS, “di fronte alla trasformazione dell’Ucraina in un grande camposanto, la stampa di una società libera dovrebbe bersagliare i responsabili di questo fallimento che ha mandato l’Europa in recessione, a partire da Mario Draghi, il leader europeo più radicale ed estremista”. L’ex premier italiano, due giorni dopo l’avvio della controffensiva ucraina, “gridava che l’unica strada percorribile era la sconfitta sul campo della Russia senza compromessi”. Per Orsini l’ex primo ministro italiano “ha sbagliato tutto in Ucraina, incluso il tetto sul barile russo a 60 dollari, altro suo fallimento stellare. Com’è possibile che Draghi, pur avendo dimostrato di non avere alcuna capacità di guida nella crisi più tragica della storia dell’Unione europea, venga proposto dalla stampa italiana come il successore di Ursula von der Leyen?” Orsini individua tre ragioni principali.
La prima è che i cosiddetti “‘principali quotidiani italiani’ - come spesso li definisce il professore - sono gruppi di amici, salotti o circoli esclusivi, di cui Draghi è un membro”. In secondo luogo, “gli incarichi più importanti nell’Unione europea non vengono decisi dagli elettori. Siccome Draghi non prenderebbe neanche un voto, i principali quotidiani italiani lo considerano il successore ideale di Ursula von der Leyen. È infatti un gesto di grande amicizia aiutare un politico fallito a rimanere a galla acquisendo sempre più potere”. Infine, conclude il docente, “i principali quotidiani italiani sono ‘corrotti’ nel senso di essere compenetrati dal potere politico. Tutta la documentazione scritta, scandagliata con il metodo delle scienze storico-sociali, mostra che hanno svolto una semplice funzione di diffusione della propaganda della Casa Bianca in Ucraina. Non possono criticare Draghi altrimenti dovrebbero criticarsi. Nel salotto si scambiano favori, non critiche”.

Foto © Roberto Pisana

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